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Il Tago e il Ponte 25 de Abril

“Questa canzone parla del Tejo, perché il testimone della nostra vita è il fiume, non la città”.

Il Tago è più che un fiume è quasi oceano, ma non ancora. 
Come tutti i fiumi al tempo stesso divide e unisce, ma a differenza di molti altri lui non attraversa la città, si limita ad accarezzarla.
E’ sfuggente, devi salire sui colli o sulle torri per poterlo ammirare oppure percorrerne la riva, consapevole che attraversarlo significa lasciarti alle spalle la splendida Lisbona. 

Il suo grande estuario è un parco naturale e dal 1998, anno dell’esposizione universale, è attraversato a nord di Lisbona dal Ponte Vasco da Gama. Lungo 12,3 km è il più lungo ponte d’Europa.

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Ma il più celebre ponte di Lisbona è il Ponte 25 de Abril. Costruito nel 1966 da Salazar, portava in principio il suo nome, poi cambiato con quello corrispondente alla data della Rivoluzione che mise fine alla sua dittatura nel 1974.

Lungo 1 km e ispirato al Golden Gate di San Francisco, la sua silhouette è divenuta un’icona del panorama cittadino.

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Traversate e minicrociere sul Tago partono regolarmente da Praça do Comércio e da Belém.

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Qui il fiume diventa punto panoramico d’eccellenza sulla città e sui suoi monumenti.

Il ponte 25 de Abril visto da lontano, dal fiume, da Belém o dall’Alfama è maestoso, ma è solo da vicino che diventa vivo, quando il suo colore rosso spicca contro l’azzurro del cielo e passandoci sotto ne senti la voce insistente, a metà tra il canto e il lamento malinconico. 
Un po’ come il fado.

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Ai doca di Alcantâra bisogna andare la sera per assistere allo spettacolo del tramonto e approfittare dell’aperitivo in uno dei locali che si affacciano sulle banchine, aspettando che scenda la notte e che il ponte illumini le sue arcate sospese.

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Oppure al mattino quando la corrente del fiume ti spinge a fare la passeggiata costiera verso Belem e la nebbiolina all’orizzonte confonde un po’ i contorni delle cose, facendoti dimenticare che stai per partire.

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