Ville de Nice

Una domenica mattina sulla Prom’

E’ una domenica di fine gennaio, ma alla faccia della merla il sole è tiepido e la Promenade des Anglais è affollata. La Promenade des Anglais è affollata anche quando fa freddo.

Ci sono i lavori di rifacimento della pavimentazione e per lunghi tratti tutti si incanalano negli stretti corridoi lasciati liberi su parti della ciclabile. I ciclisti suonano alle spalle.
Chissà perché quando ci si siede su una sella tutti quelli non dotati di ruote diventano nemici.
D’un tratto penso che se ci fossero state le biciclette al tempo degli antichi greci ne avrebbero creato sicuramente degli esseri mitologici. Allora mi invento storie con esseri velomorfi, faide, tragedie, amori impossibili con ingranaggi meccanici, nascite di incroci mostruosi e scioglimenti imprevedibili al suon di campanelli. 

Intanto le sedie blu guardano il mare, anche dai cantieri dove non si può entrare.

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I ciclisti suonano alle spalle e i matti ti sbarrano la strada.
Due volte un tipo strano con gli occhiali spessi e i capelli un po’ unti mi si è parato davanti, la prima sovrastandomi con un “bonjour” e un sorriso storto, la seconda in silenzio, di petto e con aria minacciosa, come per bloccarmi la strada mentre mi guardava dall’alto in basso .
Ho continuato a passeggiare circospetta come al solito.

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“Vous avez pris l’équilibriste?”
“Oui”
“Car j’ai vu une photo de lui sur facebook, c’est vous qui l’avez prise?”

“Non pas du tout, c’est la première fois que je le vois”
“Normalement il est vers Lenval… mais il pue, il est un peu comme ça, vous savez… voilà il est descendu, il y a trop de monde vous voyez, il revient”

Sull’asfalto camminava barcollando, le braccia ciondoloni e sembrava poter cadere da un momento all’altro.
A volte è meglio avere una linea da seguire, anche se difficile, che trovarsi senza bussola in mezzo all’indefinito.

Un ragazzino con monopattino ha perso il papà e lo chiama disperato, sto per andare a vedere se ha bisogno ma sopraggiunge un ragazzo che lo accompagna da due poliziotti poco lontani che se ne prendono cura.
Non è bello perdere il papà sulla prom’, ma lui l’avrà trovato poco dopo, spero.

Un sacco di gente corre, a piedi e su ruote di tutti i tipi.
E’ bello correre sulla prom’, di solito lo è, sì.

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Venditori ambulanti raccolgono le loro mercanzie facendone tristi fagotti.

“On vous l’a dèjà dit il y a dix minutes. La troisième fois on verbalise”.

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Tanti leggono, molti pensano. Il mare aiuta a riflettere, ma anche a fare il vuoto dentro.
I bimbi giocano. Loro i vuoti li riempiono di fiabe e di sogni.

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Qualcuno ogni tanto regala un sorriso inatteso.

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Qualcuno si consola come può.

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Qualcuno ricorda come può.
E le mie palme sono lì, davanti al Palais de la Méditerranée. Hanno ancora bisogno di essere sostenute, ma presto saranno abbastanza grandi per crescere da sole.

 

 

2 commenti

  • anto

    Grazie a te Simona di avermi letto! non penso mai che le mie parole possano avere un valore per qualcuno e quando ne ho il sentore penso che tutto sommato ne vale la pena di esserci.
    Ti abbraccio!