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Il Pantheon di Parigi e il Pendolo di Foucault

Il Panthéon di Parigi, un monumento neoclassico che si trova nel cuore del Quartiere Latino, per quanto progettato per essere una chiesa ha ora una vocazione civile: quella di ospitare le spoglie dei grandi personaggi che hanno segnato la storia di Francia.

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Voltaire, Rousseau, Hugo, Zola, Dumas, Pierre e Marie Curie sono solo alcuni dei grandi spiriti che vengono qui onorati.

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L’architetto Soufflot ha voluto con la costruzione del Pantheon rivaleggiare con la basilica di San Pietro a Roma. Il peristilio è ispirato a un altro monumento romano, il Pantheon di Agrippa. Fino al 1889, data della costruzione della Torre Eiffel, rimase il più alto edificio di Parigi.

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Il Pendolo di Foucault vi fu installato nel 1851, smontato e rimontato a più riprese vi è stato finalmente riportato nel 2015. Attraverso di esso il fisico Léon Foucault volle portare una prova empirica della rotazione terrestre. Solo con questo presupposto è infatti possibile spiegare perché la punta del pendolo tracci nell’arco di una giornata una raggiera al suolo, dovuta allo spostamento del suo piano di oscillazione.

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Lo spostamento dell’asse del piano d’oscillazione del pendolo era già stata osservata nei secoli precedenti ma nessuno prima di Foucault l’aveva messo in collegamento con il movimento della terra.
Il primo esperimento ebbe luogo nel 1851, come la prima dimostrazione pubblica che si fece, appunto, al Pantheon di Parigi.
Attraverso il pendolo non solo si può dimostrare la rotazione della terra attorno al suo asse ma anche trovare, attraverso la misura della deviazione al suolo del piano di oscillazione, la latitudine del luogo dell’esperimento senza il bisogno di alcuna osservazione astronomica esterna.

L’osservazione mostra che il piano d’oscillazione ruota attorno all’asse della verticale del luogo e anche che esso ruota in senso orario nell’emisfero boreale e antiorario in quello australe. Inoltre il piano di oscillazione effettua un giro completo in un giorno astronomico ai poli, mentre altrove il periodo è più lungo e deve essere diviso per il seno della latitudine. All’equatore il piano d’oscillazione è fisso.

Questo esperimento, ripetuto più volte in seguito, ha permesso anche di verificare il fondamento delle leggi della dinamica di Newton. 

Dal punto di vista della fisica teorica il pendolo pone il problema della natura del punto di riferimento del moto. Ogni movimento è infatti relativo, non si può parlare di movimento senza definire rispetto a cosa.
Ai tempi di Foucault  la questione non si poneva poiché si riteneva che esistesse uno spazio assoluto in relazione al quale tutti i movimenti potessero essere definiti.
In seguito però questa nozione fu criticata prima da Leibniz e poi da Mach, per il quale il movimento del pendolo sarebbe legato alla distribuzione della materia nell’universo e quindi alle stelle lontane.

Einstein cercò invano di dimostrare questo principio attraverso la teoria della relatività, che però sembra in contraddizione con il movimento del pendolo, dichiarando che nell’universo non esiste nessun punto di vista privilegiato.
Ciononostante la relatività generale presuppone l’esistenza dello spazio-tempo in quanto realtà fisica esistente, che può quindi fungere da punto di riferimento per il movimento del pendolo.

Al momento non c’è ancora accordo tra gli autori su come definirlo. 

Il suo fascino incredibile sta probabilmente anche lì, oltre che nell’ipnotismo della sua danza elegante e perfetta attorno al Punto.
Il pendolo ci racconta che ovunque lo appendiamo, quello è il punto fisso dell’universo.