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Toni l’autista

Ieri 17 gennaio si festeggiava S. Antonio Abate, (protettore dei maiali, mi dicono), quale miglior compagnia, dunque, per trascorrere le circa 4 ore della durata del viaggio Arco-Sesto S.Giovanni del mitico Toni l’autista?

No, no, lui con i maiali non ha nulla a che fare, e a dire il vero mi confida che il santo a cui deve il nome è quello da Padova, ma tant’è, lui sa che sono Anto anch’io e ne approfittiamo per farci gli auguri a vicenda!
Dovesse capitarvi un giorno di recarvi ad Arco e siete senz’auto (non si sa mai) vi consiglio questo mezzo. Innanzitutto perché in fondo è il più veloce, visto che nell’Alto Garda, oltre a Radio Number One, non arriva nemmeno la ferrovia. Poi perché è la più diretta, visto che non prevede cambi di mezzo. Ma soprattutto perché è il regno incontrastato di Toni da Avellino.

Toni presiede la linea che parte da Sesto alle ore 7 e 20 del mattino e torna nel pomeriggio in territorio milanese, partendo da Arco alle 15 e 35. Unica precauzione: non sedetevi nelle sue vicinanze se avete programmato un pisolino: è in grado di parlare per 4 ore filate senza la minima interruzione (anche se nei pressi di Trezzo c’è stata una pausa, visto che ha telefonato alla sua compagna per dirle di comperargli le iodosan).
Eccolo con il suo mezzo; a dire il vero questa macchina è provvisoria perché alla sua è partita la frizione: questa non sarebbe fatta per le tratte extraurbane, infatti non ha il deposito per i bagagli e soprattutto… non ha l’autoradio!

Questo personaggio è il Caronte che trasporta le anime vagabonde che trasmigrano tra queste due sponde: i due capolinea della tratta apposita della SIA trasporti Brescia. Conosce tutti, non solo i pendolari, ma anche chi prende quell’autobus ogni sei mesi e saluta tutti per nome, raccontandomi aneddoti su ognuno di loro.

Il “Toni Schumacher freccia del Garda” (a suo dire nomignolo affibbiatogli dai turisti tedeschi), aveva già attirato tempo addietro la mia attenzione, allietando in più di un’occasione parte dei miei viaggi verso Arco facendomi trovare l’autoradio del suo mezzo sintonizzata sulle frequenze da cui potevo ascoltare Luca. Parte perché la suddetta emittente a Limone del Garda abbandona anche i 90.4 per svanire nel nulla
A onor del vero anche prima che scompaia risulta impossibile seguirla perché a bordo della sua navicella impera il suo verbo.


 

Fan di Emilio Bianchi, amante della musica d’antan  (New Trolls e Pooh i suoi miti), mi racconta che ha conosciuto anche Fausto Terenzi, quando questi lavorava a Radio Italia. Lui stesso in gioventù ha lavorato in alcune radio locali, mi racconta di quando era a Radio Capua e si portava i dischi da casa per fare il suo programma: ahimè ha dovuto abbandonare questa passione a causa della gelosia della sua moglie di allora!

Dipinge, recita (ha una compagnia teatrale), ama la radio e tutta la musica, ma soprattutto parla. Parla parla parla; parla soprattutto di sé, della sue passioni e delle sue convinzioni. E mentre parla gesticola, si gira, mi guarda, telefona, guarda e parla con le signore sedute a metà corriera e rivolge battute scherzose a quelli delle ultime file. E guida, sì guida anche il pullman nel frattempo.
E’ innamorato dei colori del Garda: mentre guida si sofferma a decantare le sfumature di azzurro e ad un certo punto si ferma per farmi scendere a fare uno scatto.
E’ innamorato di Napoli e mi confida di avere dei ricordi inconsapevoli di questa città, in cui è convinto di aver vissuto in qualche esistenza precedente.
Ama tutto ciò che ha un motore, adora gli aerei, soprattutto i caccia e mi dice che prendere il brevetto è semplice: per un biposto mi costa sui 3000 euro, ma se voglio poter andare dappertutto bisogna poter condurre un cinque posti e la spesa sale a 30.000 euro.
Non si capisce bene quale sia la sua origine: dice che è di Avellino, ma l’infanzia sembra averla trascorsa a Monfalcone, ora abita a Milano ma mi dice di vivere ad Arco, in via del Torchio, a due passi dalla casa in cui sono cresciuta.
Mi mostra le foto dei suoi figli, la ragazza sembra una fotomodella!
L’autobus è la sua casa, il salotto dove riceve i suoi ospiti intrattenendoli e contemporaneamente studiando le persone nella loro diversità; se riconosce nello sguardo di qualcuno un’ombra è pronto ad indagare se non sia possibile fare qualcosa per lui. Soprattutto gli infelici e i più sfortunati sono accolti sotto la sua ala, ha una parola allegra per tutti: i disoccupati, gli extracomunitari e gli emarginati sono i suoi beniamini.

Oggi sull’autobus c’era anche Angelino: lui prende tutte le mattine l’autobus a Desenzano per salire fino a Riva e scendere nuovamente verso casa con Toni. Dice di essere stato un autista anche lui ma dopo Toni mi confida che nessuno nell’ambiente in realtà può confermarlo. Angelino scende a tutte le fermate, si ferma tutti i giorni al solito bar di Toscolano Maderno per andare in bagno e… non vuole assolutamente essere fotografato: ha la fobia che la sua immagine possa essere sfruttata a sua insaputa e in modo indecoroso.

Ciao Toni, alla prossima traghettata!

21 commenti

  • marco(a)

    Che viaggio affascinante….e la foto del garda ?


    ps: ho conosciuto questo autista: per liberarsi di me, ha proposto (20 minuti prima della partenza dell’autobus) di accompagnarmi (con l’autobus!) all’auto!

    E in sottofodo c’era Emilio Bianchi!
  • anto

    le foto a breve su questi schermi, anche se quelle fatte dall’autobus risentono del vetro del finestrino e della guida sportiva di toni…..

  • mau

    … personaggio straordinario … quanto varia è l’umanità, e quanto è bella anche per questo ;))) …. 

  • angelo

    Poesia allo stato puro…questi personaggi ti regalano mesi di conciliazione con il mondo…Grazie Anto per averci regalato un capitolo del tuo nuovo libro….mi sono immaginato lì,in terza fila ad ascoltare i vostri discorsi….

    Marco…dove lo trovi uno che si offre di accompagnarti alla macchina in autobus..

  • marco(a)

    …e’ vero, l’ho messa sull’ironico, ma la scena esatta e’ questa:


    Accompagno l’Anto all’autobus (7 del mattino). Scompare alla mia vista. Dopo 5 minuti mi viene nostralgia e vado sotto il finestrino a bussarle. L’autista apre la porta (che aveva chiuso per troppo freddo) e mi invita a salire. Dico due parole, e subito si offre di accompagnarmi con l’autobus all’auto (che e’ abbastanza lontana). Gli dico ma…con l’autobus ? Non e’ ancora ora di partire?. E lui…va bene, va bene, l’accompagno io.
    Ovviamente declino, e mi avvio a piedi all’auto, mentre lui richiude, e gia’ sento in lontananza le sue parole…


  • H. P. L.

    [this is good] Che gran personaggio… Adesso che l’ho letto, non posso escludere che il mio inconscio non lo faccia saltar fuori quando meno me lo aspetto in qualche via di Providence… 😀

  • loredana

    io ero in quarta fila…non mi hai vista?!?!
    Anto dal tuo racconto viene voglia di fare quel tragitto solo per conoscere questi personaggi !

  • Lara

    Io propongo di fare tutti una bella gita ad Arco, partiamo tutti con il pullman da Sesto, così passiamo una bellissima giornata in compagnia di tutti i condomini e dell’autista Toni
    Peccato che per me questa gita sarà possibile solo tra un anno ma sognare non costa nulla!!!
    Buon week antomarco spero sia serenissimo

  • anto

    che bella idea!!!! sarebbe davvero meraviglioso riuscire a realizzarla un giorno! tipo gita scolastica!!! vi farei conoscere la mia splendida cittadina… e toni, ovviamente!!!

  • loredana

    Arco viene nominata anche su una rivista specializzata open air (camper per intenderci) come una bella cittadina da visitare e molto ospitale con la sua area attrezzata per i campers!!

  • Sergio

    Je ne comprends pas tout, mais je vois que c’est un reportage sur un chauffeur d’autobus. C’est sympa de s’intéresser à la vie de tous les jours. Bon documentaire.

  • anto

    il s’agit d’un personnage vraiment singulier!!! une force de la nature! je le rencontre chaque fois que je me rends à mon pays (sur le lac de garde): pendant les 4 heures du parcours il me raconte toute sorte d’anecdotes concernants sa vie et celle des autres voyageurs! 

  • Sergio

    J’ai vu qu’il y avait effectivement une complicité. C’est bien de parler de la vie de tous les jours. C’est ça la vérité. Félicitations.