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L’eleganza del riccio

Due sono le protagoniste: una portinaia e una ragazzina dodicenne; teatro è un elegante palazzo parigino abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, guru della cultura culinaria.
Difficile capire subito quale eleganza si possa attribuire a Renée, la portinaia, grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente, che dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità; solo dopo essere entrati nel retro del suo appartamento scopriamo che ama segretamente la grande letteratura, la musica, il cinema d’autore. Conosce a memoria l’incipit di “Anna Karenina”, ciita Marx, Proust, Kant…
Si capisce allora perché la sua eleganza sia quella del riccio: nascosta cioè da un pungente strato di aculei, che dovrebbero proteggerla da quel mondo che disprezza e dal quale ha deciso per questo di farsi disprezzare.
Poi c'è Paloma, dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno), prerché "la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce
rosso in una boccia"  e lei nella boccia proprio non ci vuole finire! Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre
.

Sono i pensieri delle due a comporre il libro. E non solo i fonts del diario di Paloma e delle riflessioni di Renée sono diversi, ma nella versione italiana le due parti sono opera di due differenti traduttori. Singolare scelta che contribuisce alla costruzione di due mondi che, anche se tangenti, restano separati fino alla fine.
Infatti il tentativo di unirli ad opera di monsieur Ozu, il ricco giapponese, che riesce a portare allo scoperto l'eleganza del riccio, non si realizza che nel riscatto di Paloma, che sceglie la vita, quando in realtà quella di Renée svanisce.

p. 123: "beh, la nonna mi sembra sistemata bene. Per il resto…. affrettiamoci a dimenticare tutto velocemente". Non sottiliziamo sull'"affrettiamoci velocemente", sarebbe meschino, concentriamoci piuttosto sull'idea: dimenticare tutto velocemente.
E' al contrario, non bisogna affatto dimenticare*
.

(Muriel Barbery, L'eleganza del riccio, edizioni e/o, 2008)

* c'est moi qui souligne

La note est dedié à Apolline qui m'a taguée dans cette sorte de jeu, auquel j'espère avoir bien participé, n'ayant pas bien compris ce que je devais faire… Je crois quand meme avoir respecté les règles suivantes:

1.Citer la personne qui vous a taguée
2. Indiquer le règlement du jeu
3. Choisir un livre et l'ouvrir à l a page 123
4. Recopier depuis la 5ème ligne les 5 lignes suivantes
5. Indiquer le titre du livre, le nom de l'auteur, de l'éditeur et l'année de l'édition
6.Taguer 4 personnes et les prévenir sur leur blog

Ah, je vais taguer:
Melchior, ptit ♥, Aliénor, Princesse 101

5 commenti

  • anto

    ti dirò che in un primo tempo la sua lettura mi aveva lasciata perplessa: c’era qualcosa di sgradevole che accompaganva le prime pagine; forse il disagio proveniva proprio dall’identificazione lettore/protagonista(e), in quanto entrambi i personaggi risultavano insieme positivi e perdenti, l’uno avendo in un certo senso rinunciato alla vita, l’altro avendo programmato di rinunciarvi. 

    O forse perché entrambi i personaggi risultano sfasati rispetto al ruolo che ricoprono nel loro mondo, e per certi versi quindi apparentemente inverosimili. 

    Però proseguendo la lettura, resa peraltro gradevolissima da una prosa raffinata,    ricca e piena di suggestioni, emergono dei caratteri in realtà veri e umani, e alla fine ti viene il sospetto che magari anche la tua nipotina o la signora del terzo piano sono anime rinchiuse dentro a qualche riccio che non aspetta altro che essere dischiuso.
      
  • marco(a)

    vien proprio oglia di leggerlo! peccato che non ho finito il pappagallo e il prossimo sole dista ancora qualche giorno (si riesce a leggere solo sparapanzati in spiaggia di questi tempi).

    Bello il giochino! magari potresti tradurlo…o no ?
  • anto

    sì, hai ragione… si tratta di un gioco nel quale mi ha coinvolta Apolline; una catena attraverso la quale chi viene nominato deve riportare le righe dalla 5 alla 10 della pagina 123 di uno dei suoi libri. Dopo averlo fatto fa rimbalzare la palla verso altri 4 amici a scelta, seguendo le regole che vanno riportate ogni volta (sostanzialmente riportare nome titolo ed edizione del libro in questione e nominare gli altri prescelti).
    Credo che sia un modo simpatico per condividere con gli amici una parte della propria biblioteca! Grazie Apolline! 🙂