Travel

Naama Bay

Una specie di parco giochi tra il deserto e la barriera corallina. Un villaggio vacanze dove un mondo di cartapesta è costruito per il diletto dei turisti che cercano il loro fazzoletto di esotismo a buon mercato.
Eppure anche questa, come tutte le finzioni, ha una sua autenticità: quella dell’umana ricerca del paese dei balocchi, dell’isola che non c’è, dove è sempre vacanza, dove si gioca, si balla, si ride e si può fingere di essere felici.

A theme park between the desert and the coral reef. A big resort, where leaves a fictional world tailor made to please tourists hunting for some bargain exotism… But, like any good fiction, also this one has some truth in it: the never ending human search for the lost childhood, the search for Neverland, where every day is a holiday, and time goes by playing, dancing and laughing, pretending to be happy.

Le luci, i suoni, le ostentazioni sono quelle che rendono omologhi tutti i paesi dei balocchi della terra; il colore locale ad uso e consumo dei turisti è esposto in vetrine illuminate al neon.

Lights, sounds and excesses that make all such places in the world the same; local folklore recreated to suite tourists under the neon lights


Anche la luna è la stessa, solo un po’ più inclinata che altrove, sarà per lo sguardo un po’ indulgente oppure per ill tentativo di distinguere le palme dalle palle?

Even the moon is the same, just a bit more inclined. But is it she staring at us or just the tentative to tell the palms from the balls?

 

7 commenti

  • anto

    ciao Pierre! sì il posto è divertente, di certo non mancano le distrazioni!!!! 🙂
    io però preferisco lo spettacolo sottomarino… spero che siano riuscite le foto subacquee che ho fatto: i colori veri, quelli della natura, lì sono tutti sommersi!!!

  • Pierre

    pas facile de faire de bonne photos sous marine..même avec un bon appareil
    Mais l’essentiel est de faire passer l’ambiance et de permettre une évasion virtuelle: et là, pour l’instant, c’est réussi ;))

  • anto

    (smack!) …sì, penso anch’io che per bene che siano riuscite non potranno rendere la meraviglia di colori che c’è la sotto: la macchina era di quelle “usa e getta”! però forse riescono ugualmente a suggerire il fascino del mondo che si apre sotto il filo dell’acqua! …giovedì me le sviluppano…vedremo! :)))

  • Pierre

    Tu sais, pour des photos très techniques comme celles là, il n’y a rien de drôle à prendre des clichés existant sur le net à partir du moment où toi tu penses que cela correspond à ce que tu as vu, à ce que tu as vécu 🙂
    bisous

  • marco(a)

    la luna inclinata guardava un po’ storto ….anche i venditori ci guardavano un po’ storto, al nostro non fermarci mai ad acquistare…e tu, mi guardavi un po’ storto, quando non capivo l’allegoria delle palle, sottile e sofisticata.

  • anto

    di sicuro non è un’allegoria! e forse neanche una metafora…. anzi, si tratta proprio di chiamare le cose con il loro nome!!! 🙂