Film,  Radio

The boat that rocked (I love radio rock)

Della storia di Radio Caroline aveva ampiamente parlato marco, giustamente affascinato dall'apprendere che il nostro Grant Benson aveva partecipato alle epiche imprese di quegli anni.
Lo sceneggiatore e regista Richard Curtis prende ispirazione proprio da Radio Caroline e dai suoi dj per tratteggiare i profili dei protagonisti di I Love Radio Rock, il suo personale omaggio alla musica pop e rock.
Nel 1966 la BBC trasmetteva solo 2 ore di rock and roll alla settimana. Ma una radio privata trasmetteva musica rock e pop, da una nave al largo della Gran Bretagna, 24 ore al giorno. E 25 milioni di persone – più di metà della popolazione britannica – ascoltava questi pirati ogni giorno.

La musica è il motore dell'azione di I Love Radio Rock, che ripercorre un'epoca di forte contrasto politico-sociale, esaminando da una parte il rigore dei colletti bianchi e dall'altra la voglia di libertà dei giovani. Negli anni in cui la radio rappresentava un momento di raccoglimento collettivo, l'americano Conte (Philip Seymour Hoffman) e il suo rivale Gavin (Rhys Ifans) – "pirati" che vivevano letteralmente per la musica – facevano sognare gli ascoltatori con le loro storie personali e tanto rock'n'roll.
Puntuale è la colonna sonora che funge da duplice protagonista, descrivendo a tratti il periodo in cui è ambientato il film e muovendo a tratti i fili della trama, sostituendo la narrazione con brani mirati.
Girato quasi esclusivamente con camera a spalla il film rende perfettamente l'atmosfera che doveva regnare a bordo della nave, un microcosmo gogliardico e trasgressivo, in cui le storie dei protagonisti, pur non essendo trattate in profondità, formano un gradevole mosaico multicolore. Epica la scena del naufragio finale, con tanto di salvataggio da parte degli ascoltatori e di dischi in vinile a fluttuare silenziosi tra le onde del mare.
Ma la musica continua.
E' anche grazie a questa epopea che

"Cinque anni dopo, nel 1972, iniziavano a trasmettere le prime radio libere terrestri in UK"

2 commenti

  • marco(a)
    Che musiche in quel film! Che epoca…erano anche gli anni d’oro dei miei, e forse di tutt’europa…
    A Proposito hai dimenticato un pezzo di recensione, ecco:





    The Boat That Rocked, Medusa Cerro Maggiore, Sala 4 spett. h. 22.15





    Prima volta che metto piede in un medusa. La struttura e’ abbastanza bella, con parecchi ristoranti ma non certo affascinante come Bicocca: anzi’ e tristanzuola. Parlo del piano ristoranti, perche’ l’ingresso del cinema, su un piano a se, e’ piuttosto elegante e senza grosse code.

    Chiedo il solito posto “centrale” e ci rifilano senza ulteriori domande il solito posto di default.

    Forse dovrei dire “sull’asse dello schermo, abbastanza avanti, si, si fa niente, abbastanza avanti”.

    Va be’….il costo ieri era di soli 6 euro.





    Corridoi eleganti e in penombra, sala con schermo…flat. Gigantesco, wall to wall in altezza e larghezza, ma flat. Questo e’ il suo maggior difetto, vedere un film scope con le bande sopra e sotto come in tv….non mi piace.





    La pubblicità e’ mandata in digitale con videoproiettore chiaramente posticcio, posto su un supporto in sala fuori dalle cabine di proiezione: si sente distintamente il rumore della ventola. In compenso l’immagine e’ ottima.





    Con circa 15 minuti di ritardo, dopo alcuni trailer (fatti apposta per convincerci a non andare proprio al cinema, si tratta sempre e solo di cretinate improponibili) inizia il film. Senza trailer audio (credo non li usi piu’ nessuno), senza un trailer tipo quelli di Uci (con i bambini sognanti).





    La pellicola e’ in ottimo, ottimo stato, colori molto belli (sospetto lampada decisamente ben dimensionata), ottima definizione e stabilita’. Peccato per lo scope non valorizzato.





    Audio piuttosto buono, canali effetti abbastanza … abbastanza….ah, si, c’erano. 





    Nota molto positiva: durante i titoli di coda resta accesa una luce decisamente molto fioca in sala, permettendoci di leggere tutto e di assistere, ormai soli, alle ultime scene del film, poste proprio al termine dei titoli.





    Ah—il film e’ una parziale delusione, ma anche un must per chi e’ venuto su a Radio Luxembourg Onde Medie 208 metri, e RadioMontecarlo italofrancese, sui 205 metri!
  • anto

    grazie amore! in effetti senza la tua recensione proiezionista mi mancava qualcosa…. soprattutto la notazione sulla ventola durante la pubblicità… come privarsene??? …eh… son cose serie mica pizza e fichi! :-*