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Appunti per un itinerario attraverso la Florida

Tempo fa qualcuno mi aveva suggerito di redigere un itinerario del nostro viaggio attraverso la Florida e credo che sia arrivato il momento di seguire il prezioso consiglio.
Innanzitutto perché mi accorgo che, anche se i ricordi sono ancora freschissimi, la memoria tende ad offuscarsi facilmente e urge fissare i dettagli relativi ai posti dove ci siamo fermati e trovati bene. Ma anche per dare uno spunto a chi un domani volesse ripetere un percorso simile.
Siamo partiti da Miami -South Beach per la precisione- che merita un soggiorno di qualche giorno, per poter godere del suo mare, visitare l’Art Déco District e cominciare ad esplorare i dintorni. Nel nostro caso il parco nazionale di Key Biscayne e i quartieri di Miami, tra i quali merita senz’altro una visita Little Havana: chi ama il caffè non può mancare di gustarne uno vero cubano in Calle Ocho!
Da lì abbiamo cominciato a spostarci per la Florida, cominciando dalle bellezze naturali degli Everglades. Prima lungo la US 41, che li costeggia a nord:

per poi passare direttamente nel loro cuore, attraversandoli lungo la strada da Homestead verso Flamingo

La prima direttrice del viaggio ci ha condotto a sud, nelle Florida Keys, la cui scoperta necessita di almeno un paio di fermate. Noi abbiamo scelto di fare un’escursione in mare a Key Largo, una sosta a Marathon (degni di nota la deliziosa Sombrero beach e, per la cena, The Island fish co.). Un’altra sosta al Bahia Honda State Park e infine quella per gustare il tramonto (e il margarita) a Key West.
Ma una delle tappe più belle è stata senz’altro quella a Islamorada dove la fantastica Anne’s beach e il molo del Robbie’s marina, col suo ristorante e i suoi tarponi, ci hanno davvero incantato!

Di ritorno a Miami ci siamo poi diretti a nord, verso la Gold Coast. Qui, mentre abbiamo trovato piuttosto freddi i regni del lusso di Palm Beach e Fort Lauderdale, ci siamo trovati bene nel colore più popolare di Hollywood, dove l’Angel Fish Inn ci ha accolto con tanto di “servizio gatto” in camera e abbiamo potuto gustare un’ottima cena greca sul lungo-oceano.

Ancora a nord: facciamo tappa a Cocoa beach, per visitare il vicino Kennedy Space Center e in seguito ci fermiamo qualche giorno a Daytona Beach, per godere sia della splendida spiaggia, sia dell’esperienza “interattiva” con la sua speedway, che dei dintorni: bello il parco di Ponce Inlet col suo faro!

Da lì il trasferimento a Orlando è breve: Walt Disney World forse avrebbe meritato una visita di due giorni, soprattutto per riuscire ad assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali di chiusura, che invece ci siamo persi.

Ma noi puntavamo a nord, nel Panhandle, quindi ci siamo diretti prima a Cedar Key, piccolo paradiso di tranquillità, dove però si fa un po’ fatica a trovare alloggio: pochi gli hotel economici, anche perché l’offerta è decisamente di livello alto: suggestivo l’albergo in legno sui trampoli e la nostra camera soppalcata con affaccio direttamente sul mare.

per passare poi da Tallahassee, la capitale della Florida, ma soprattutto dalle magiche sorgenti di Wakulla Springs:  

Il Panhandle è composto da aree molto diverse per vocazione turistica e… anche per fuso orario! Può essere utile sapere che a Panama City si devono tirare indietro le lancette di un’ora. In compenso qui non si hanno problemi: ci sono alberghi e ristoranti di ogni tipo (consigliato lo Sharky’s, direttamente sulla spiaggia); mentre invece bisogna arrivare per tempo nella sonnacchiosa Apalachicola, regno dell’ostrica, se si vuole trovare alloggio e cenare: dopo le 21 i pochi ristoranti chiudono.
Questo è stato anche l’unico posto della Florida dove non abbiamo trovato la rete wifi, che è offerta come servizio gratuito praticamente ovunque, anche nei motel più economici.
Le lussuose località della Forgotten Coast dopo Panama City invece non offrono alcuna accoglienza per i non residenti: bellissime e curatissime sono praticamente prive di resort e ristoranti.
Il punto più occidentale che abbiamo raggiunto è stato il Grayton Beach state park, che merita un’intera giornata sulle sue sabbie bianche e nelle sue acque cristalline.

Bisogna calcolare una giornata di trasferimento per raggiungere poi Tampa, della quale abbiamo visto solo i Busch Gardens. La cena nel villaggio greco di Tarpon Springs, appena a nord della città è consigliatissima per chiunque dopo almeno due settimane negli USA voglia finalmente assaporare dei cibi conditi con un ottimo olio e sorbire un eccellente vino greco.

Continua la discesa verso sud: ormai l’impressione del ritorno a casa è molto intensa.
Passiamo da Venice, che in estate però è “chiusa per bassa stagione” e ci fermiamo invece nella vivacissima Fort Myers beach, dove due giorni di mare ci regalano l’ultimo scampolo di vacanza.

Sono in arrivo numerosi T-Storm sul Golfo del Messico, ma noi torniamo al punto di partenza: a South Beach l’ultimo mare ha qualcosa di malinconico, ma il cielo che ci saluta è ancora sereno.

3 commenti

  • mitzi

    e di chi poi? …tanto l’ho capito da un pezzo che voi umani avete il vizio di andarvene prima o poi….
    per questa volta però siete tornati e a dire il vero di questo sono molto feli…… ehm… felina, volevo dire felina, che credavate?????? 😉