Film

Un’ora sola ti vorrei – Alina Marazzi

Nell’ambito del Super8 film Festival, che ha luogo questo week end a Milano, zona Lambrate, e per il quale rimando al pregevole contributo di marco, abbiamo assistito oggi alla proiezione di Un’ora sola ti vorrei (2002).

Siamo capitati in questa sala di proiezione senza sapere bene a cosa avremmo assistito, e forse questo ha reso ancora più intenso il nostro incontro con la protagonista di questo film-documentario: Liseli Marazzi Hoepli.
La regista Alina Marazzi ricostruisce la storia della madre, figlia dell’editore Ulrico Hoepli, nata nel 1938 e morta suicida a soli 33 anni dopo un periodo di male di vivere che l’ha tenuta lontana dalla sua famiglia e dai bimbi ancora in tenera età.
Attraverso un contributo incredibilmente ricco di fotografie e filmini amatoriali in 16 mm girati dal padre di Liseli -che evidentemente intendeva in questo modo immortalare la felicità della sua bella e ricca famiglia borghese- e soprattutto attraverso le lettere e le pagine di diario della madre, Alina si fa lei stessa voce narrante di una storia che diventa dramma pur conservando i toni delicati di una poesia. Una ferita che cerca in qualche modo di cicatrizzarsi attraverso il lavoro di ricucitura dei vari frammenti di un’anima, che si sentiva inadeguata al suo ruolo di moglie, madre e soprattutto di figlia.

Un’ora sola ti vorrei è la canzone che ritorna nella colonna sonora del film, cantata prima nella versione originale del 1938, poi in quelle degli anni 60, a volte solo accennata.
Ma un’ora è anche la durata del film, che diventa quindi l’anelito di una figlia e la sua dichiarazione di amore verso la madre così presto perduta.

Si tratta di un vero gioiello, un’opera di cui consiglio davvero la visione.
Qui di seguito in 6 tranches, l’intero film:

 
 
 
 
 
 

Update:
Il film è stato in seguito rimosso da youtube per problemi di diritti.

2 commenti

  • marco(a)

    aggiungo che secondo Aldo Grasso la cinepresa di Ulrico H. e’ una pathe baby, pathe essendo la società parigina che aveva acquistato il brevetto dei fratelli Lumiere.

    Eccola, incredibili le immagini a colori che ci si sono potute realizzare..