Stazioni
Febbraio 2, 2010
Mi piacciono le stazioni, sono luoghi dove la solitudine è sacra e il silenzio suo ministro: nessun contatto, per stretto che sia, costringe a un’interazione con chi si ha vicino.
L’isolamento non è mai solitario.
Sono luoghi dove la staticità è solo un accidente: il fine ultimo è il moto, un moto lineare, rassicurante e continuo, di cui si conosce il punto di partenza e l’arrivo.
La fermata non è mai arresto definitivo.
Sono luoghi dove il tempo si dilata nell’attesa, per riprendere la sua marcia solo quando ricomincia il viaggio.
E ti viene da pensare che nessuno dei due finisce davvero.
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9 commenti
marco(a)
anto
(finte)
😉
Apolline
[c’est top] Dialogue entre les images et les sentiments. Amitiés
anto
c’est une belle l’idée de l’avoir lu comme un dialogue! en fait il l’était sans que je m’en fusse aperçue.
merci Apollne! bisous!
maya
Hai ragione. Gli stazioni, come gli aeroporti, sono luoghi al di fuori del tempo (ad eccezione di quelli che vi lavorano). :))))
anto
🙂 è vero, ma forse lo sono anche per loro… en y voyant tous ces gens qu’y passent, ils doivent avoir l’impression d’être dans une sorte de “terra di nessuno” (lieu qui n’appartient à personne)
maya
A no man’s land, you’re right…. ou une sorte de purgatoire, aussi, parfois 🙂
MMM Marty
partire è un pò morire….
anto
ma no dai…. almeno non se parti per venire qui!!!!! ;)))))))
(carnevale di nizza: dal 12 al 28 febbraio 😀 )