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Le train des pignes, parte seconda: Entrevaux-Digne

Risale a gennaio scorso la prima gita che abbiamo fatto su questo treno. Qui un breve racconto riguardante la storia di questa linea ferroviaria e la tratta da noi allora percorsa tra Nizza e Entrevaux. 

Mancava una metà esatta da percorrere, quella che dal borgo medievale fortificato da Vauban porta sino a Digne-les-Bains, capoluogo delle Alpes de Haute-Provence (o delle Basses-Alpes, come si chiamava il dipartimento ai tempi in cui ci aveva vissuto mio papà). Anche la cittadina peraltro si chiamava solo Digne, avendo preso il successivo qualificativo solo nel 1968. 

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In realtà dovrei parlare di ritorno, visto che a Dgne c’ero già stata all’età di 5 (o 6?) anni a trovare i prozii, dopo una vacanza con mamma e papà in Liguria. In realtà di quel viaggio ricordo pochissimo e questa cittadina vive nella mia memoria più come mito tramandatomi dai racconti di papà. In ogni caso ci sono tornata, anche se solo di sfuggita, quel tanto che basta per capire che occorrerà ritornarci, in agosto, con la lavanda in festa, a visitare la natura nel suo splendore e ad approfittare delle sue acque termali.

In ogni caso il percorso del treno è di per sé straordinario. Se la prima parte fino a Entrevaux era caratterizzata da strette gole rocciose scavate dal fiume Var , questo secondo tratto è un viaggio tra i boschi e le piane montane, che, sotrattutto in questa stagione, esplodono di colori davvero sorprendenti. 

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Digne si trova a 600 metri slm, ma l’arietta è quella di montagna, fa davvero fresco (i 17°C che ci aspettano, la sera a Nizza ci danno la misura di quanto in fretta si fa ad abituarsi ai climi miti), e soprattutto in questa stagione c’è poco di aperto, compresi i musei. 

Sorge all’incrocio tra tre valli, una delle quali percorsa dalla Bléone e possiede un interessante patrimonio storico tra cui spiccano la Cattedrale Notre-Dame-du-Bourg (IX-XIII sec) e la Cattedrale Saint-Jérome (XV-XVI sec). Diede i i natali a Pierre Gassendi, matematico e filosofo del ‘600, cui sono dedicati la via principale e la piazza centrale della cittadina.

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Al ritorno si fa tappa ad Entrevaux, ad ammirare il castello e il borgo

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e soprattutto a salutare i gatti.

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(e anche stavolta, niente secca)

6 commenti

  • Apolline

    Qu’elles sont belles tes images … Je les aime toutes … Naturellement, celles des chats … Ma préférée est peut-être la feuille morte couleur cuivre sur un fond de galets bleus … Elle me fait rêver.
    Plein de bisous

  • anto

    je ne sas pais comment cette feuille ait-elle pu s’installer comme ça, debout, juste entre les rails… en fait elle a quelque chose de poétique qui dépasse la simple beauté des couleurs et de la lumière en contre-jour…. peut-ȇtre est-ce justement le fait qu’elle est morte et que malgré ça elle continue de se dresser, mȇme si les trains lui passent par-dessus…
    Plein de bisous Apolline

  • anto

    c’est vrai Triton, d’autant plus qu’ici à Nice on n’a pas la possibilité de trop profiter de ces couleurs et moi, qui ai les racines sur les montagnes, j’en ai parfois nostalgie…