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Legami

E’ passato un anno ormai da quel 14 luglio e il ricordo di quei giorni strani e pesanti oggi si mischia a tutto quello che è successo dopo, una specie di gorgo vorace, un Maelström che sembrava inghiottire tutto.
Non so quale sia stata la botte cui mi sono legata, ma deve essercene stata una che galleggiava da qualche parte a mia insaputa e che mi ha permesso di passare indenne attraverso l’orizzonte del vortice.

Legata. E’ strano come siano stati proprio i legami a diventare sempre più urgenti da quel momento. O forse no, forse è la cosa più naturale del mondo che quando si è a un passo dal perdere la vita si cerchi di ritrovare ciò che si è amato e che si ama ancora, anche se ormai distante e quasi sconosciuto.

Legata. E’ strano come questo termine, se avulso da qualsiasi contesto, mantenga una valenza negativa, di costrizione, di impedimento e non di ricchezza e di forza. 

Legata. Alla famiglia è quasi ovvio, mentre non lo è affatto sentirsi tale rispetto a chi è più lontano, là dove la corda che unisce si è allungata nel tempo e nello spazio al punto da diventare sottilissima, quasi invisibile. E però c’è.
Legata a tanti visi, voci, mani, che ho visto, ascoltato e toccato una volta.
Legata anche a chi una volta non c’era ma speri sarà ancora vicino più avanti negli anni.

Nessun legame è casuale, ognuno ha il suo perché.



E le cose acquistano un perché solo quando accadono. 

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