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Aspettando la neve all’Avana – Carlos Eire

Aspettando la neve all’Avana – Carlos Eire

Un romanzo che parla di crescita, di perdite, di rivolgimenti interiori prima ancora che sociali.
Nel momento in cui esplode la rivoluzione castrista, ci troviamo a vedere il mondo attraverso gli occhi di Carlos bambino: ha otto anni quando la sua vita cambia radicalmente e dalla condizione privilegiata di figlio di un importante giudice si trova a perdere ogni cosa ed ogni affetto e ad essere spedito negli Stati Uniti nell’ambito dell’operazione Pedro Pan.
Nei giorni che precedono il suo distacco da tutto veniamo così a contatto con il suo mondo: un mondo fatto di sogni, paure, sentimenti di bambino, ma non per questo meno reale e concreto di quello degli adulti. Difficile decidere se siano più cruente le battaglie e le cattiverie dei ragazzini o le rappresaglie dei rivoluzionari e dei loro nemici.
La visione infantile spesso si rivela essere la più lucida, mentre accade che personaggi che si credono veggenti risultino poi essere miopi. Come il padre convinto di essere la reincarnazione di Luigi XVI, che non capisce il dramma dei figli, molestati dal fratellastro, Ernesto.
O la madre che si lancia nel tentativo sempre più accanito di raggiungere i figli, con una  volontà sempre più tenace e ormai insensata.
Ma la cecità per eccellenza è quella del fanatismo di chi cerca la libertà nella prona obbedienza ai dettami di Castro.  

Carlos cresce assieme ai suoi sogni, fatti di nuvole a forma di Cuba e assieme alle sue ossessioni a forma di lucertola. Le avventure di Carlos bambino hanno i colori intensi e i profumi caldi di una cuba silenziosa.

immaginate il suono di
ragazzi che pensano dentro un’onda gigante…
immaginate il suono di
un bambino che urla con la testa sepolta sotto la sabbia…
immaginate il suono di
un circolo vizioso….
immaginte il suono di
un’ombra di filosofo che si muove sull’acciottolato….
immaginate il suono di una testa intrappolata dentro un paradosso…
immaginate il suono di
un paradosso intrappolato in una testa…
immaginate il suono della disillusione e della redenzione in contemporanea…
e solo per icubani: immaginate il suono di ricordi che non hannno niente a che fare con Batista o con Fidel

L’autore da voce a questo silenzio: i suoi ricordi prendono la forma di parole finalmente liberate a formare un puzzle che alla fine si ricostruisce pezzo per pezzo. Carlos imparerà infatti a baciare le lucertole, ad amare le sue paure, ad accettare le sue ossessioni, perché alla fine:

“vincita e perdita sono gemelli siamesi, con un unico cuore”

 

3 commenti

  • Giuly

    sembra bello..appena avrò un attimo proverò a leggerlo, mi pare comunque di ricordare che l’avevo adocchiato in un supermercato per lo strano titolo 🙂

  • anto

    è molto bello Giuly! se ti piace il realismo magico “alla Marquez” allora fa per te! buona lettura! 🙂