Tommaso Labranca – Poesie dell’agosto oscuro
Poesie dell’Agosto Oscuro
prima edizione: autunno 2005
stampato in proprio printed in EU
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di Tommaso Labranca e Dea Verna
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Tommaso Labranca
Poesie dell’Agosto Oscuro
Ipsofilia1
Vorrei essere un’aquila…
un falco…
una poiana…
O il Personal Traïner2
di Dolce
o di Gabbana
Cvpio Dissolvi
Nei giorni disadorni di questo agosto oscuro
Lo specchio sopra il muro non riflette alcun futuro
Rispetto all’altro anno le rughe han fatto un danno
Rispetto all’altra estate si son disidratate
Mi applico a fondo
Chanel Hydromax®
Dovrei anche stare
Più tempo in relax
Spianare le rughe
Celare l’occhiaia
Per esorcizzare
L’odiata vecchiaia
E antiossidanti e poi fiori di Bach1
Per non far la fine del vecchio Aschenbach
Se col botulino sparisse l’angoscia…
Se il bisturi insieme alla pelle già floscia
Potesse tirarmi su anche il morale
Mutando oltre ai tratti il mio tema natale.
Filosofare insulso, restiamo in superficie
Qui serve solo un lifting che non lasci cicatrice
Tirando forse un poco la pelle dietro ai lobi…
(mi dicon spesso in molti che rassomiglio a Moby)
Star giovane per sempre, per obbedire all’hype
(per altri invece sono quasi uguale a Michael Stipe)
Ragazzo volevo
Unirmi agli Wham!
Mi trovo specchiato
In un video dei REM.
Ma a cosa mi serve la gioventù eterna
Che senso avrà mai quel rubare a Dea Verna
La crema anti-age con cui il tempo s’iberna
Se poi mi rintano in oscura caverna?
Al buio la vita diventa un fastidio
E il lifting ideale rimane il suicidio
Due sonetti dinanzi al Just Cavalli1
D’in su la vetta della Torre Branca2
Passerei solitario questa estate
Spaziando il guardo oltre le vetrate
Sulla città che adesso è giù in Sri Lanka
A Formentera, Cuba o nelle Azzorre.
Io solo resterei là sulla torre
A individuare i luoghi in cui ho vissuto
Cercandoli felice nel tessuto
Urbano, ma il passo mi è precluso
Da un buttadentro dallo sguardo ottuso.
La torre condivide il suo portale
Con quello che conduce ad un locale
D’uno stilista dal casato equino
Che non gradisce v’entri il popolino.
Vaghe stelle del format, io non credea
Trovarvi qui, in questo agosto oscuro
A rintemprarvi dal lavoro duro
In questo bar e non su spiaggia egea.
L’ottuso muscolato si sfacchina
D’in tra la folla per aprire un varco
Ad Amadeus che con una velina
Vuol fare l’happy hour dentro il parco.
Chi resta fuori intanto si tormenta
Di non sedere accanto a Michael Kenta
A Magda Gomez o ad Edoardo Costa.
Chi è dentro ostenta gioia e lo fa apposta
A farsi degli esclusi grande beffe,
Bevendo insieme a Mascia del GF.
Borghezio Stop Islam1
Esoscheletro lucente
Di cristalli e di cemento
Armato / ho amato
Sin dai tempi del liceo
Stare sotto al grattacielo
Pirelli / ribelli
Le modernità perenni
Che segnarono quegli anni
Cinquanta / m’incanta
L’equilibrio che tien su
Le planimetrie di Giò
Ponti / tu sconti
L’invasione musulmana
Della nostra Val Padana
Ma lo sai che non mi indigna
L’inserviente un po’ ulivigna
Che ti lustra con il Bref
Mi addolora invece (eccome!)
Che dicendo il tuo cognome
Oggi venga in mente Afef.
Madonna’s up & down1
A metà di questo agosto
Fatto d’ore assai noiose
Hanno preso un senso opposto
Due madonne assai famose
Una sta sul piedistallo
E si dice ascenda al cielo
L’altra cade da cavallo
Mentre cavalcava a pelo
Why does my heart feel so bad?1
Why does my heart feel so bad?
Why ever in August I feel so sad?
Is that my digital player is not a real I-Pod
And looking at my gizmo I just feel like a cod2?
Is that I am not sporting some flashy genuine Nikes
And people laugh at seeing my lousy look-alikes?
Is that I am not dancing, nor doping in Ibiza
So in order to be cool I must open my freezer?
Carolo Rossellæ1 Dicatvm
Mi viene incontro pedalando triste2
Pare mi fissi e invece non mi vede
Davanti a lui nel seggiolino siede
L’ultima nata. Lui in spalla ha le provviste
Che la consorte con culo enorme e panza,
in magico equilibrio sulla sella,
ha messo in uno zaino blu per quella
patetica illusione di vacanza.
Lui chino sotto il finto zaino Invicta3
Precede l’altro figlio, lemme lemme.
Domani ha il primo turno all’ATM4
E questa vita gli appare circoscritta
Ad un sentiero, sparso di pietrisco.
Mentre lo incrocio davvero non capisco
Da dove nasca l’insoddisfazione
Che non gli fa godere l’occasione.
Se degli affetti suoi non tiene conto
È certamente colpa del raffronto
Tra l’esistenza sua che è così cheap
E il vivere che invece fanno i vip
Che adesso stanno stesi sulle rive
Di qualche ressort chic delle Maldive.
Essere lì! Sfidare gli tzunami!
O i charter che precipitano a sciami5!
Essere lì e non su questa bici!
Lanciati da Cesàra6 Buonamici
In quei servizi pieni di vincenti
Durante il tg5 delle venti.
Biografia in 18 parole di Donatella Versace1
Lasciai la bella Reggio
Attraversai la Sila
E dissi al mondo: “Il bianco
Sarà il nero del Duemila.”
Biografia in 18 parole di Nzuzi Nsangata2
Lasciai la bella Moba3
Attraversai i Mugila4
E dissi al mondo: “Il Nero
Sarà il Bianco del Duemila.”
Three American Lives1
American Dream
Esco di casa, le dieci del mattino
Controllo la cassetta della posta
Ci trovo dentro solo un volantino:
anche il postino è via per tutto agosto.
La Tecnoimmobiliare ti consiglia
Villette a schiera con mutuo al 3 per cento
Per vivere con tutta la famiglia
Nel sogno americano seducente
Che abbellirai facendone il tuo asilo
Tra nani in gesso e Veneri di Milo
American Gothic
Esco di casa, le tre pomeridiane
Assenze, afa e gracidar di rane
E come sempre attoniti e silenti
Moglie e marito seduti immoti al punto
Che pare quasi che abbiano radice
Fissi nel sole come la Fenice.
Solo un forcone è quanto a loro manca
con alle spalle la villetta bianca
(costruita quando giunsero dal sud)
per ricordare il quadro di Grant Wood.
American Psycho
Esco di casa, son già le diciannove
In radio sento il fatto che commuove
L’Italia intera: a colpi di machete
Due nonni fatti a pezzi dal nipote.
Gli avevano intestato la villetta
Ma lui voleva i soldi, aveva fretta.
Così tra splatter, pulp e un po’ di psycho
Si narra come il nipotino Maicol
(nacque nell’anno in cui sbancava Thriller)
per una villa è diventato killer.
La sera in cui a casa Totti/Blasi
si ruppe il plasma da 72 pollici1
Ore 20.30
Lui: “…”
Ore 20.37
Lei: “…”
Ore 20.59
Lui: “…”
Ore 21.14
Lei: “…”
Ore 21.28
Lui: “…”
Ore 21.35
Lei: “…”
Ore 21.56
Lui (dormiente):
“Zzzz… Mmmhh… mmmhh…”
Ore 22.07
Lei (dolcemente):
“Amo’ che c’hai? Perché mo te2 lamenti?”
Ore 22.19
Lui (semidormiente):
“No, gnente amo’… sto a ffa’ l’allenamenti.”
Metafisica del mais1
Giorno di festa nel cuore dell’agosto
Che passo pedalando lungo il solito percorso
Su strade di campagna sempre poco trafficate
Che il mese, il giorno, l’ora hanno desertificate.
A fare da raccordo tra sporadici villaggi
Ci sono le distese sconfinate di granturco
Foreste in miniatura che a settembre spariranno
Per tramutarsi dopo misteriosamente in polli.
Il brivido exotic di un tandoori indiano
È in nuce nel mais qui nel lodigiano.
Non so se ho voglia di recarmi a Tookyoo
A bere tè e fare inchini serio
Piuttosto me ne andrei a San Romerio2
Accolto nell’antico xenodochio.
Là solo di sakè ci si rimpinza
Perché in Oriente non hanno lo sciroppo
Di menta Fabbri e in gola sale un groppo
Di sete e nostalgia là nella Ginza.
Non era meglio per una volta andare
A Igea Marina oppure a Gatteo a Mare
Per ordinare sotto gli ombrelloni
Per voi ed i vostri amici la Tassoni?
Ludwig II me
Quando d’agosto mi trovo dentro un treno
del metro verde che va verso Cologno2
io chiudo gli occhi e brevemente sogno
di stare in una villa su a Laveno3
Villa? Chalet! Tre stanze ed un boudoir
non grande come quella di George Clooney
che è sempre fatta oggetto di importuni
assalti all’ex pediatra di E.R.
Ma ciò che mi distingue dall’attore
è un Cigno enorme in legno e silicone
che riesce a trasportare otto persone
con cui galleggio sul lago Maggiore
Raccolti sette amici decadenti4
di notte, quando ormai la luna è alta
con musica di Wagner che ci esalta
lasciamo andare il Cigno alle correnti
Ma appena abbiamo superato Cerro5
buttiamo via il cd de “La Valchiria”
per ascoltare Mina, Giorgia e Syria
e al Siegfried preferiam Tiziano Ferro
Rispetto a Orietta Berti appare scialba
anch’Eva Marton. E il canto di un Hans Sachs6
non vale un verso solo del gran Max
Pezzali che poi noi cantiamo fino all’alba7
Svanisce il sogno, scompare lo chalet
Si arresta a Gobba il treno con un fischio
ed io mi affretto perché altrimenti rischio
di perder la navetta Mediaset8.
Memoria Vortex Oscura1
Ormai non c’è più posto
Per darsi solo in fuga
È giunto Ferragosto
Che come sanguisuga
Assorbe le energie
Rimanda sine die
Ogni progetto o impegno.
È semplice il disegno
Di questo giorno vuoto:
Una giaculatoria,
Un susseguirsi immoto
Di ore e di minuti
Che non avranno storia
Uguali e ripetuti
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Come le come le come le come le
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Glass Glass Glass Glass Glass
Philip Philip Glass Glass Glass
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Come le terzine di Philip Glass
Reminescenza dell’agosto 1987
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma iei
Nu ma nu ma nu ma iei
Reminescenza dell’agosto 2004
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi
Resti qui
Te ne vai
Sono sempre fatti tuoi.
Reminescenza dell’agosto 1973
Esclusione De Luxe con amarene
Tutte le sere vuote1
I pomeriggi a casa
Le ferie non godute
La vita un po’ noiosa
Il senso di esclusione
L’inconsiderazione
Il non avere amici
Le poche uscite in bici
Le attese irrealizzate
(chissà… l’anno venturo…)
Gli amori irricambiati
Che il cuore malsicuro
Traffiggon come aghi
E tutte le altre sfighe
Che a lungo mi han vessato
Trovato hanno ricetto
Sicuro in un gelato,
un semplice Cornetto®.
In quasi quarant’anni
Di spot pubblicitari
Né pene, doglie o affanni
Ma gaudi voluttuari
In un mondo perfetto
Han fatto del Cornetto®
Un catalizzatore
Di risa, amici e amore
Di amplessi sulla rena
Senza mai giorni bui
Insieme in acqua: lui,
tritone, e lei, sirena.
Hanno cambiato stile
Costumi acconciatura
Ma una cosa dura:
Disprezzo quasi ostile
Per chi da solo resta
Escluso dalla festa
Gustarlo da appartato
Non è mai stato ammesso
Ché il senso del gelato
Legato stretto è al sesso.
Svuotato della panna
Il cono simboleggia
Le parti su cui poggia
Il coito uomo-donna:
un lato penetrante ∆
a coppa invece l’altro ∇
Il vivere nel niente
Mi fa vedere oltre
E anche in fase down
Son meglio di Dan Brown.
La ballata del vecchio marinaio1
“Per cena c’è un’acciuga.”
(Fuggir dal bagnasciuga…)
“Stasera tu non esci!”
(O! Meglio star tra i pesci!)
“Ma che gilet, Patrizio!”
(Mi veste da novizio.)
“Il grigio mi par d’uopo.”
(Mi fa sembrare un topo.)
Le sartie oppure le sarte?
Dubbio non c’è: si parte.
Orzare oppure oziare?
Da soli in mezzo al mare
Non c’è dicotomia.
È meglio veleggiare
Tra un porto ed una rada
Che stare a casa mia
Con lei, Miuccia Prada.
Crain @ de discotek1
I
Amore spento
Fuoco già estinto
Durò soltanto
Per quel momento
Che mi parve incanto
Un portento
Dal cielo giunto
Si mutò in vento
Che mi prosciuga dentro
E fa di me un torrente
Che non ha più fonte
Non ha più la sua corrente
E l’inverno attende.
II
Discoteca scadente
Sulle rive del Brenta
Finta estate caliente
Grasse in autoreggenti
Qualche triste studente
Io casuale cliente
Tu improvviso frammento
Di un prezioso diamante.
Sguardo che è rapimento
Di Cupido instrumento.
Mi colpisce violento
Il sorriso convinto
Come spada da kendo.
Come zefiro aulente
Che discende da un monte
Sulla pista tra gli unti
Si avvicina sospinto
Il tuo corpo discinto.
Ora giunti
Or disgiunti
Alla fine ti arrendi
Alla fine ti accendi
Non son baci, ma accenti
Di un amore impaziente
Di una attesa urticante.
Quando si placa l’onda
Mi sbilancio e domando:
“Il tuo numero?” e attendo…
Tu ci pensi un secondo
Poi mi dici “C’ho un Wind
Tre due otto sei venti…”
Gesto da adolescente
Uno squillo soltanto
Per sentirti dir “Pronto?”
Per mostrarmi presente
Ma la voce è gelante:
“Numero inesistente”.
III
Di neve
Un manto
Discende
D’argento
Pesante
Sul sogno si posò.
Sul cuore un guanto
Nero distendo
Fatto è d’amianto
Spegne all’istante
Ogni accenno al sentimento
Che mi fa spavento
Che mai più in me riaccendo
Ti passo accanto
Freddezza ostento
Or saldo il conto
Poi me ne andrò.
IV
Amore spento
Fuoco già estinto.
Le quattro e trenta…
Mentre l’oriente
S’accende
Il buio resta in me.
Note antidemocratiche |
Il localismo esasperato tipico in certi passaggi del Labranca trova in queste poesie la sua migliore espressione. Forse l’A. puntava a sottolineare in questo modo la differenza tra il suo testardo restare locale e l’ottuso emigrare esotico della più parte della popolazione durante l’oscuro mese di agosto.
Ecco perché si rendono necessarie queste note, dove le precisazioni tecniche si uniscono a spiegazioni di luoghi geografici e dell’anima incomprensibili al di fuori della zona di residenza dell’A.
Ipsofilia
1Il termine ipsofilia ha due significati. Il primo indica la tendenza di animali o vegetali a vivere ad alte quote. Il secondo indica una attrazione sessuale verso se stessi. In questo componimento il termine conserva entrambi i significati.
L’A. desidera essere un animale ipsofilo e in questa sua ricerca dell’elevato giunge a sognare il grado più alto: formare i corpi (il personal trainer) di chi decide come devono essere formati i nostri corpi (gli stilisti).
Ed è in questa chiusa che si deve leggere il secondo significato del termine, in quanto, forgiato e rivestito, il proprio corpo diventa l’oggetto principe della propria attrazione sessuale.
2Come la dieresi indica, non va letto “personal trainer” all’inglese, ma “personal tra-ì-ner”. Solo così si ottengono due versi di 14 sillabe l’uno.
Cvpio Dissolvi
1Va letto Bach, con la finale fricativa come nel cognome del sommo musicista, e non “bac” con la c dolce. Solo così si ottiene la rima con il successi-vo Aschenbach (anzi, von Aschenbach wie seit seinem fünfzigsten Geburtstag amtlich sein Name lautete).
Due sonetti dinanzi al Just Cavalli
1Il Just Cavalli è un locale di presunta tendenza, decorato con eccessi estetici tipici del barocco brianzolo (cfr. Tommaso Labranca, Estasi del Pecoreccio, Castelvecchi 1995). Si trova a Milano, nel Parco Sempione sotto la Torre Branca.
2La Torre Branca (ex Torre Littoria) è una torre metallica alta oltre 100 metri, uno dei pochi punti da cui si può vedere Milano dall’alto. È opera dell’archi- tetto Giò Ponti, inaugurata nel 1933 in occasione della Quinta Triennale di Milano. E’ stata riaperta recentemente al pubblico, ma spesso l’ottusa secu- rity del Just Cavalli non vi permette l’accesso temendo che il visitatore ipso- filo della torre devii in realtà verso i divani zebrati dell’esclusivo locale.
Borghezio Stop Islam
1Il titolo si rifà a certi adesivi apposti a Milano su pali della luce, biciclette, vagoni della metropolitana. Mario Borghezio è un politico della Lega Nord.
2Effettivamente una delle sedi del liceo dell’A. era poco distante dal gratta-cielo Pirelli.
Madonna’s Up & Down
1In questo componimento d’occasione, tipicamente foscoliano, l’A. punta a confrontare l’evento universale con l’evento transitorio. Secondo il dogma proclamato nel 1950 da Pio XII, il 15 agosto si celebra l’Assunzione della Madonna.
Il 16 agosto del 2005, di contro, la cantante Madonna cadde da cavallo riportando alcune fratture. Quest’ultimo è un evento transitorio e non dogmatico, dimenticato pochi giorni dopo il suo verificarsi.
Ma a ispirare l’A. è proprio il gioco tra eternità ed effimero, tra dogma e gossip, la meravigliosa simmetria di movimenti verso l’alto e verso il basso.
Why does my heart feel so bad?
1Il titolo è lo stesso di una composizione di Moby. Ecco il testo in italiano:
Perché il mio cuore prova questo disagio?
Perché in agosto mi sento sempre così triste?
Sarà che il mio lettore di mp3 non è un vero I-Pod
E guardando l’aggeggio che posseggo mi sento un po’ un merluzzo?
Sarà che non esibisco Nike originali e appariscenti
E la gente ride delle mie miserabili scarpe taroccate?
Sarà che non sono in preda a balli e droga a Ibiza
E se voglio essere cool mi tocca aprire il freezer?
2E’ stato tradotto liberamente cod con merluzzo, anche se non è proprio la stessa cosa. Il cod (Gadus Morhua) è un pesce dei mari nordici che non ha traduzione precisa in italiano. E’ quello usato per il fish and chips e per i bastoncini di pesce.
2Cool gioca sul logoro doppio senso tra figo e fresco. Un momento infelice dell’A. (Et Homerus aliquando dormit…)
Carolo Rossellæ Dicatvm
1Carlo Rossella (Pavia 1942 – ) è attualmente direttore del TG5.
2I protagonisti di questa composizione sono verosimilmente gli stessi che agivano nel capitolo La coppia con bambino (Tommaso Labranca, Neoproletariato, Castelvecchi 2002). Quattro anni dopo la coppia ha un nuovo figlio, ma non ha saputo ancora superare quello stadio di eterna insoddisfazione “che nasce dal raffronto” tra la propria vita e le esistenze idealizzate televisive.
3La rima Invicta/circoscritta è stata definita dal Lunardelli “rima siciliana”. In realtà non è una rima giocata sull’incontro tra i ed e o tra o ed u. Né può dirsi una assonanza. L’A. ha specificato che la rima è pura, poiché va letta Invitta/circoscritta, secondo la tendenza delle parlate settentrionali a semplificare certi suoni difficili, come dimostra l’uso diffuso della parola tennico al posto di tecnico.
4ATM: Azienda Trasporti Milanesi, società che gestisce i trasporti pubblici nel capoluogo lombardo.
5Con notevole cinismo l’A. non rinuncia all’ispirazione cronachistica di sciagure aeree o catastrofi naturali che hanno vessato il turismo di massa nel periodo di composizione di queste Poesie.
6Naturalmente la pronuncia corretta è Césara, ma la Poesia è spesso fatta di codesti arbitrari spostamenti d’accento.
Biografie in 18 parole
1Donatella Versace, stilista, è di origini calabresi. Ha effettivamente detto in una intervista le parole incluse nel virgolettato, rispondendo a una giornalista che le domandava come mai prediligesse il bianco nelle sue creazioni. I due brevi componimenti mettono a confronto non solo due visioni del mondo che alla fine convergono (nel Duemila, il Nero che prenderà il posto del Bianco tenderà probabilmente a vestire di bianco così come i bianchi vestivano di nero nel secolo precedente), ma anche due tipi di immigrazione: quella vecchia e interna (dalla Calabria a Milano) e quella nuova e glo-bale (dal sud al nord del mondo).
2Nzuzi Nsangata è un nome di fantasia, creato unendo più nomi africani realmente esistenti.
3Moba è una città del Katanga (Congo), porto sul lago Tanganica.
4Mugila: i monti Mugila sono poco distanti dal lago Tanganica e dalla città di Moba. L’A. ricorda le tre ore notturne di ricerca su un atlante per trovare un qualsiasi toponimo africano che rimasse con Duemila e che prendesse il posto di Sila.
Three American Lives
1Il titolo compie una crasi tra due opere di altrettante figure di riferimento dell’A.: Three Lives della scrittrice Gertrude Stein (1874 – 1946) e American Life della cantante Madonna (1958 – ).
Si tratta di un trittico edilizio-pittorico-cronachistico che fonde tre elementi tipici dell’estate, in un’atmosfera in cui Montale incontra Mentana in una agenzia immobiliare.
La sera in cui a casa Totti/Blasi si ruppe il plasma da 72 pollici
1Il nulla angosciante, l’incomunicabilità, la pesantezza del tempo sono elementi che si possono rinvenire all’interno di qualsiasi aggregazione umana anche di ridotta estensione come una coppia.
L’A. ci offre un esempio di quel nulla all’interno di una coppia vip. In questo modo l’A. si inserisce in quel filone editoriale che presentandoci la vita insulsa e ripetitiva dei cosiddetti vip glamourizza quel nulla, quella volgarità, quello squallore, quella banalità che invece odiamo nelle nostre vite.
2In una prima versione il verso recitava “Amo’ che c’hai? Perché tu ti lamenti?”. La cosa destò stupore tra i primi lettori delle poesie inviate via sms: ma Ilary Blasi è toscana? Così almeno lasciava pensare quel “tu ti”. In realtà i toscani direbbero “te tu ti lamenti”. Appurata l’origine romana della Blasi l’A. ha provveduto a modificare il verso in quello attuale.
Metafisica del mais
1Dagli appunti dell’A. si evince che in origine la composizione con questo titolo doveva contenere questi versi come prologo, seguiti da tre composizioni dedicate ai tre direttori dei tg Mediaset e da un epilogo. Di questo vasto affresco sono rimasti solo questo prologo e la composizione dedicata a Carlo Rossella.
2005: l’estate del sudoku
1Il testo si legge:
Kore wa suika no Inventabibite® Fabbri desu ka?
Iie, kore wa suika no Inventabibite® Fabbri dewa arimasen!
Dewa, kore wa nan desu ka?
Kore wa sake desu!
Kore wa banana no Inventabibite® Fabbri desu ka?
Iie, kore wa banana no Inventabibite® Fabbri dewa arimasen!
Dewa, kore wa nan desu ka?
Kore wa sake desu!
Kore wa remon no Inventabibite® Fabbri desu ka?
Iie, kore wa remon no Inventabibite® Fabbri dewa arimasen!
Dewa, kore wa nan desu ka?
Kore wa sake desu!
Kore wa aamondo no Inventabibite® Fabbri desu ka?
Iie, kore wa aamondo no Inventabibite® Fabbri dewa arimasen!
Dewa, kore wa nan desu ka?
Kore wa sake desu!
Traduzione:
Questo è un Inventabibite® Fabbri all’anguria?
No, questo non è un Inventabibite® Fabbri all’anguria. E allora che cos’è?
Questo è sakè!
Questo è un Inventabibite® Fabbri alla banana?
No, questo non è un Inventabibite® Fabbri alla banana. E allora che cos’è?
Questo è sakè!
Questo è un Inventabibite® Fabbri al limone?
No, questo non è un Inventabibite® Fabbri al limone.
E allora che cos’è?
Questo è sakè!
Questo è un Inventabibite® Fabbri all’orzata?
No, questo non è un Inventabibite® Fabbri all’orzata.
E allora che cos’è?
Questo è sakè!
Il livello elementare con cui è scritto il testo giapponese, tutto in hiragana e senza alcun kanji, è un richiamo ai manuali di conversazione per turisti.
2San Romerio è una località dei Grigioni (Svizzera), nota per il suo xenodo-chio, ossia un ostello medievale in cui si dava ospitalità gratuita a chi accet- tava di convertirsi al cristianesimo.
Ludwig II me
1La metropolitana milanese è composta da tre linee, contraddistinte da colori: rossa, verde e gialla.
2Cologno Monzese, località alla periferia orientale di Milano, dove hanno sede diverse emittenti televisive.
3Laveno (Varese), località sul lago Maggiore.
4Vivace è il dibattito su chi possano essere questi sette amici decadenti. Ogni critico propone una sua lista, derivata dalle rubriche nei cellulari dell’A. E ogni critico ha la spudoratezza di inserirsi.
5Cerro Maggiore, località confinante con Laveno.
6Hans Sachs è uno dei protagonisti di Die Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner.
7Questo verso, che appare a prima vista errato nella metrica, è in realtà un doppio omaggio a Max Pezzali, un primario riferimento dell’A. Oltre a essere citato direttamente, il Pezzali viene omaggiato anche ritmicamente, in quanto l’A. riprende lo stile ora agglutinante, ora sincopato, ora frammentario della sua metrica. Il verso va dunque scandito pezzalianamente così:
pezzalichè-poinò-cantià-mo-fi-nal-lalba.
8Si tratta di un pullman gratuito che dalla fermata della metropolitana di 45 Cascina Gobba va alle varie industrie di Cologno Monzese. La navetta è messa a disposizione gratuitamente da varie aziende, ma è comunque molto più cool chiamarla “navetta Mediaset” che “navetta Negri Bossi”.
Memoria Vortex Oscura
1Il titolo, che si rifà a Wichita Sutra Vortex, è un doppio omaggio ad Allen Ginsberg e a Philip Glass.
2Da notare nel vorticoso e reiterato stream of consciousness finale della composizione come l’A. abbia seguito una umiliante parabola discendente nella sua vita musicale: si passa da una ricezione passiva radiofonica comunque di qualità (Mia Martini, Minuetto 1973) a una precisa scelta intel-lettuale (Philip Glass, Satyagraha 1986) per finire in una voluta e stoltamen-te dichiarata imbecillità tamarra (Haiducii, Dragostea din tei 2004).
Esclusione De Luxe con amarene
1Torna ancora Max Pezzali in questa lirica che nella prima parte contrappone l’elenco di tristezze solipsistiche all’elenco di gioie aggreganti de La lunga estate caldissima. Tipicamente gozzaniana è invece la riflessione tra parentesi al verso 10. D’altronde Pezzali non è che un “Gozzano ai tempi del consumismo compiuto” (Tommaso Labranca, Moto propria – Esegesi di Max Pezzali, Pluscool 2007).
La ballata del vecchio marinaio
1Il tema della composizione è ancora una volta il desiderio di solitudine all’interno di una coppia. Il titolo della composizione è lo stesso di The Rime Of The Ancient Mariner la più celebre delle Lyrical Ballads di Samuel Taylor Coleridge (1772 – 1834). Il marinaio cui è dedicata questa composizione è Patrizio Bertelli (1946 – ), velista e amministratore delegato del gruppo Prada.
Crain @ de discotek
1Composizione intrinsecamente veneta per origine, ispirazione, carattere e ambientazione. Le stanze I e III sono state composte dall’A. nell’aprile 2005 tra le province di Treviso e Vicenza. I versi di queste stanze sono modellati su una composizione strumentale poco nota delle sorelle Paola e Chiara Iezzi, Television, tratta dal cd omonimo.
Il titolo della composizione è una corruzione tra dialetto veneto e tecnobanalismo di Crying at the Discoteque di Alcazar (primi del XXI secolo). L’A. ha fatto spesso notare che il racconto non riflette alcuna sua esperienza personale e che l’assenza di ogni riferimento al sesso dei protagonisti fa sì che chiunque possa immedesimarsi nei fatti cantati. La Genti, commentando questo non-biografismo, ha detto: “Allora è poesia vera.”