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Rodos Old Town

Conoscevo già l’isola di Rodi per questo ho pensato che l’ideale fosse dividere il nostro soggiorno in due diverse tappe. Scelta azzeccata che consiglio a tutti coloro che hanno almeno una settimana da passare sull’isola.
Lunga 78 km e larga circa la metà è incredibilmente ricca di bellezze naturali e storiche che meritano di essere visitate. Prendetevi dunque il vostro tempo e si trasformerà in memoria indelebile.

Per me è stato piuttosto naturale decidere di cominciarne l’esplorazione a Nord, dalla capitale, per poi scendere verso Sud, nella parte più selvaggia verso la quale i miei ricordi puntavano.
La città di Rodi è incredibile e merita una sosta di almeno due o tre giorni. I suoi 2400 anni di storia si riflettono nella ricca architettura, a partire da quella medievale per arrivare agli interventi della dominazione italiana di epoca fascista, passando per le costruzioni Turche derivanti da quella ottomana.
È anche un ottimo punto di partenza per alcune escursioni, come quella alle rovine di Kameiros, sulla costa ovest dell’isola e quella a Petaloudes, la valle delle farfalle, verso l’interno, non troppo lontana dall’aeroporto. Di queste racconterò a breve.

La parte medievale della città, Rodi Old Town, è una cittadella circondata da 4 chilometri di mura. La costruzione più notevole che si staglia all’orizzonte provenendo dal mare è il Palazzo dei Gran Maestri dei Cavalieri. Furono infatti i cavalieri dell’ordine di San Giovanni, di ritorno dalle crociate di Gerusalemme, a stabilirsi qui tra il 1309 e il 1523 (quando si trasferirono a Malta) trasformando la città in una roccaforte. 

Danneggiato dall’esplosione di una polveriera nel 1856, questo meraviglioso palazzo medievale, oggi sede di due mostre permanenti sulla storia di Rodi, venne poi ricostruito durante l’occupazione italiana per accogliere Mussolini, ma il restauro si completò solamente nel 1940, a pochi anni dal trattato di Parigi. Al suo interno preziosi mosaici di Kos abbelliscono le sale che custodiscono magnifici vasi giapponesi, doni dell’imperatore Hirohito al duce.

Si tratta di un magnifico edificio a due piani con porticato al pianterreno e una grandiosa scalinata interna risalente al Trecento. 

Arroccato nel punto più alto della città è collegato alla parte bassa dalla Via dei Cavalieri. Lunga appena 200 metri, su di essa si affacciano splendidi palazzi ristrutturati a inizio Novecento dagli italiani per eliminare gli elementi ottomani. Vi avevano sede le Lingue, le locande che accoglievano i cavalieri delle differenti nazionalità, che parlavano appunto la stessa lingua.

Il reticolo di strade che si dipanano entro le mura è da percorrere con calma, cercando riparo dal fluire delle masse di turisti, se possibile, per godere appieno dei momenti che gli scorci suggestivi possono regalare.

Il celebre Colosso di Rodi sembra che non si trovasse affatto all’imbocco del porto di Mandraki, come la tradizione vorrebbe, ma in un altro punto della città. Alto 30 metri fu distrutto durante un terremoto. La gigantesca statua del dio Helios considerata una delle sette meraviglie dell’antichità fu costruita tra il 304 e il 293 aC per celebrare la vittoria contro Demetrio I Poliorcete, nipote di Alessandro Magno. Crollò in mare 67 anni dopo a causa di un terremoto e non venne mai recuperata né sostituita da una ricostruzione.