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VARIATIONS – Les décors lumineux d’Eugène Frey

Al NMNM (Nouveau Musée National de Monaco), nella sede di Villa Paloma è allestita fino al 30 agosto (riaperta a fine giugno dopo il lockdown) un’esposizione dedicata a Eugène Frey, un artista caduto sfortunatamente nell’anonimato ma che si può ritenere uno dei precursori del cinema di animazione. 
Nel 1900 inventò un sistema complesso di 12 proiettori mobili le cui proiezioni integrando pittura, fotografia e cinematografia, permettevano di dare alle sue scenografie molteplici variazioni di colore, di luci e di forme, ma anche di integrarvi delle immagini in movimento.
Elaborata nel 1900 seguendo la linea dei teatri d’ombre e delle rappresentazioni delle lanterne magiche, la tecnica scenografica di Frey trovò la sua piena espressione nel celebre cabaret “Le Chat noir” a Parigi e in seguito sulla scena dell’Opéra di Monte-Carlo negli anni ’30.

L’esposizione a Villa Paloma mette in valore la sua opera attraverso le rivisitazioni di artisti contemporanei presentate dall’artista portoghese João Maria Gusmão, il cui lavoro si ispira all’antica tecnica delle lanterne magiche e che ha realizzato in modo completamente analogico una scenografia di insieme attraverso opere sue che interagiscono con quelle di Frey in tutti i locali del museo. 

Il primo piano è dedicato agli inizi della sua carriera e alle “ombre”.
Nato nel 1864 in Belgio Frey arriva a Parigi dove inventa il suo teatro d’ombre, “La Boîte à Musique”, le cui proiezioni colorate lo renderanno celebre. 

Il secondo piano è invece consacrato alla luce presentando le opere che Eugène Frey creo per l’Opéra di Monte-Carlo. dove lavorò dal 1904 al 1938.
Il pittore contribuirà a rendere illustre il luogo lavorando a rappresentazioni come “Le Walkyrie” e “La Dannazione di Faust”.

All’ultimo piano si trova una sequenza di 14 secondi della “danse serpentine” interpretata da Annabelle Whitford Moore di cui si conservano dei fotogrammi colorati a mano.

Eugène Frey fu un precursore del cinema in un momento in cui il cinema aveva già trovato la sua via, per questo la sua opera fu a lungo dimenticata e l’artista morì infine nella miseria più totale.