70-80

1987. Saiwa lancia lo spot cult dei biscotti Urrà. E la fama raggiunta dal goffo protagonista induce qualcuno a sfruttarne l’immagine

Il biscotto Urrà Saiwa non esiste più da anni, ma chi è cresciuto negli anni 70 e 80 ne ricorda bene non solo la bontà, ma anche le campagne pubblicitarie. Soprattutto quella del 1987, uno spot in cui un ragazzo goffo e impacciato ripeteva su varie intonazioni la frase “Io non ho mai provato Urrà”. Ma chi era Mister Banana?

S.A.I.W.A. un marchio firmato Gabriele D’Annunzio

Era il 1900 quando Pietro Marchese fondò a Genova una pasticceria dove produrre dei dolci scoperti in un suo viaggio in Inghilterra, i sugar wafer. Nel 1920 venne registrata come S.A.I.W.A. (Società Accomandita Industria Wafer e Affini) un acronimo coniato da Gabriele D’Annunzio (1863-1938) che contribuì anche ad alcune campagne pubblicitarie. Divenne presto una delle prime imprese europee per la produzione di dolci.

Campagne pubblicitarie vincenti

La Saiwa fu non solo la prima azienda in Italia a produrre e distribuire biscotti confezionati ma anche tra le prime aziende a investire nella pubblicità televisiva, realizzando caroselli tra i più celebri come Il trenino di Urrà creato da Armando Testa nel 1966.

“Io non ho mai provato Urrà”

Ma è lo spot del 1987 a diventare il tormentone che tutti ricordiamo. In esso il messaggio era piuttosto chiaro: se non acquistavi Urrà eri uno sfigato. Proprio come quel ragazzo dal grande ciuffo a banana e con gli occhialoni che ricoprivano gran parte del volto, su cui  era stampata un’espressione che non suggeriva certo brillantezza mentale.

Fabio Bussotti

Tutto lo spot era basato su questo personaggio che venne in seguito battezzato Mister Banana, interpretato da Fabio Bussotti (1963), oggi attore, autore teatrale, scrittore di romanzi, sceneggiatore e traduttore.
Fabio, che insegna anche in un’Accademia teatrale, ha confidato che spesso viene riconosciuto dagli allievi come colui che interpretò quello spot. “La gente vuole bene a quel personaggio. Lo amano tutte le generazioni”, ebbe a dire.

Una carriera a fianco dei grandi

Diplomato presso la Bottega Teatrale di Firenze nel 1984, Fabio Bussotti ha lavorato in teatro con registi quali Vittorio Gassman (1922-2000), Adolfo Celi (1922-1986), Alvaro Piccardi (1941), Ermanno Olmi (1931-2018). Al cinema, tra gli altri, con Liliana Cavani (1933), Federico Fellini (1920-1993), Luigi Faccini (1939), Maurizio Zaccaro (1952), Mario Monicelli (1915-2010). 

Tutta colpa dello shampoo

Ma come nacque il look di Mister Banana? Fabio Bussotti, che aveva già recitato in alcuni film, si trovava in tournée teatrale quando l’agenzia lo chiamò per il provino per quello spot. Tornò a casa per una doccia, ma qualcosa andò storto: lo shampoo era strano e i capelli gli diventarono incredibilmente vaporosi. Troppo. Appena si presentò tutti si misero a ridere, gli fecero dire un paio di battute e lo presero per la parte. 

Gli occhialoni 

Gli occhiali che indossò per lo spot non erano suoi, glieli avevano prestati. Ma erano da vista e il risultato fu che lui non vedeva praticamente nulla. La ripresa iper-grandangolare con  la telecamera a due centimetri dal viso fece il resto: l’espressione tonta e lo sguardo ottuso vennero ricreati in modo efficacissimo!

Un successo immediato

Dopo una sola settimana dalla messa in onda dello spot la Saiwa chiamò l’attore per comunicargli che le vendite del biscotto erano triplicate e che non avevano abbastanza prodotti da distribuire. Fabio diventa una star: invitato a visitare gli stabilimenti della Saiwa a Genova gli fu tributato un lungo applauso dagli operai.

Il millantatore

Mister Banana ebbe così successo che ci fu chi ne approfittò per usurparne l’identità. Nei primi anni 2000 tal Pasquale Cafaro prese a farsi chiamare Mister Hurrà girando locali e discoteche, millantando di essere l’attore che aveva girato il celebre spot.
Fu  invitato in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche e infine arrivò anche su Rai 1 ospite de I Migliori Anni di Carlo Conti. La platea in quel caso era troppo vasta per non essere smascherato: gli amici di Fabio quella sera lo inondarono di messaggi per dirgli che in tv c’era un tizio che si spacciava per lui. 

Striscia la Notizia

All’inizio la cosa divertì Fabio che poi però avvisò Striscia la Notizia dell’imbroglio che questa persona stava mettendo in atto. Vennero così realizzate due puntate, esilaranti quasi quanto il celebre spot, che  smascherarono il millantatore.