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Il Musée Matisse di Nizza

L’opera di Henri Matisse (1869-1954), capofila del fauvismo, si sviluppa secondo una stilizzazione e una sintesi del colore come solo soggetto della pittura. I “Fauves” propugnavano infatti la semplificazione delle forme, l’abolizione della prospettiva e del chiaroscuro, l’uso di colori vivaci e innaturali e puri. Spesso spremevano i colori direttamente dal tubetto sulla tela per sottolineare l’importanza della forma e l’immediatezza, rispetto al significato dell’opera, rifiutando la pittura tonale tradizionale, per ispirarsi invece all’arte primitiva, ritenuta più istintiva e vitale.

Il museo di Nizza dedicato all’opera di Henri Matisse si trova sulla collina di Cimiez, sullo stesso sito del Museo Archeologico e dei resti di Cemenelum (la Nizza romana.
La villa in cui è stato allestito, completata nel 1685, è una ricca residenza tipica dell’architettura genovese, con una facciata colorata, decorata con trompe-l’oeil e numerose finestre. Acquistata dalla città di Nizza nel 1950 fu battezzata “Villa des Arènes”.

La nascita del Musée Matisse

Il Musée Matisse nasce nel 1963 in seguito a una grande donazione alla città di Nizza da parte della stessa  Madame Matisse. Una seconda donazione nel 1978 sarà occasione di una riqualificazione del museo.
La storia del museo è strettamente legata al profondo attaccamento di Henri Matisse a Nizza, la città in cui ha prodotto la maggior parte delle sue opere: esso si trova a due passi dall’ultima residenza del maestro.
I numerosi luoghi in cui visse e lavorò influenzarono notevolmente il suo processo creativo e segnarono le tappe decisive del suo lavoro, fino ai guazzi ritagliati nella Cappella del Rosario a Vence.

Henri Matisse e Nizza

Arrivato a Nizza per la prima volta il 25 dicembre 1917, Matisse affittò una stanza dove dipinse i suoi primi “interni nizzardi”. Matisse tornò a Nizza regolarmente all’Hôtel de la Méditerranée, in inverno, fino al 1921. Gli interni delle stanze che ha occupato sono diventati i soggetti dei suoi dipinti.
Nel 1927, si trasferisce a Cours Saleya e da allora in poi vive metà dell’anno a Nizza. Nature morte, interni, nudi e odalische caratterizzano il “periodo di Nizza”. In un grande studio, un ex garage, Matisse creò la grande decorazione La danza.

La Cappella del Rosario a Vence

Nel 1938 Matisse acquista un appartamento al Régina, un tempo l’hotel concepito per ospitare la regina Vittoria. Nel 1943, di fronte alla minaccia di un’occupazione tedesca si trasferisce a Vence.
La realizzazione della Cappella del Rosario di Vence occuperà gli ultimi anni della sua vita.
Henri Matisse muore nel 1954 e riposa nel cimitero di Cimiez.

La collezione del Musée Matisse

La collezione del Musée Matisse di Nizza è unica al mondo in quanto riunisce un gruppo eccezionale di opere e oggetti della collezione dell’artista stesso o dei suoi eredi. La maggior parte di queste opere e oggetti provengono direttamente dallo studio di Henri Matisse. Visitare il museo è avere il privilegio di penetrare l’intimità della sua creazione attraverso un percorso in cui le opere e gli oggetti dialogano tra loro.
Matisse fu il primo e più esigente collezionista di se stesso. I pezzi che conserva li ha scelti per il loro significato speciale. Al di là del suo inestimabile valore materiale, questa eccezionale collezione deve essere letta come un messaggio che l’artista ci rivolge attraverso le sue opere.

Il dialogo tra opere e oggetti

Ai mobili, ai tessuti e agli utensili vari (più di 130 oggetti) si aggiungono oggetti di varie culture non occidentali, arte oceanica, africana, dell’estremo oriente o islamica, che Matisse conservò e che costituirono la fonte essenziale di ispirazione per un corpo di lavoro che fu in gran parte costruito sul dialogo delle culture.
La collezione comprende dipinti, disegni e incisioni, ritagli a guazzo e sculture, che coprono tutti i periodi di produzione dell’artista.
Il Musée Matisse è l’unico museo in Europa che conserva la sua opera scultorea, una pratica che egli associò alla pittura durante tutta la sua carriera. 

Dal 2020 un’installazione audio di Michel Redolfi è diffusa nello spazio occupato dalle ceramiche che riproducono La Piscine, ora al MoMA, rappresentante nuotatrici e tuffatrici, che occupava le pareti di uno dei suoi atelier al Régina.