Pierrick Sorin al Musée Fernand Léger di Biot
Inizialmente prevista fino al 15 dicembre l’installazione di Pierrick Sorin al Musée National Fernand Léger di Biot è stata prolungata fino al 29 gennaio 2024. A prolungamento della mostra Fernand Léger et le Cinèma, presentata nel 2022, il museo ha invitato una figura di spicco dell’arte contemporanea francese. Pierrick Sorin è un videoartista e regista i cui video si ispirano al cinema burlesco e agli universi poetici di Georges Méliès e Jacques Tati. I suoi personaggi, simili a clown, si interrogano sul significato della nostra vita quotidiana con umorismo e ironia. A partire dal 1995, utilizzando procedimenti casalinghi, l’artista ha inventato dei teatri ottici in cui un ologramma virtuale – un suo doppio in miniatura – recita sketch comici in una scenografia composta da un assemblaggio di oggetti reali e fittizi.
Il Ballet mécanique di Léger
Per l’occasione Pierrick Sorin a creato un’opera inedita e spettacolare intitolata Le Balai mécanique con cui rende omaggio al film sperimentale di Léger del 1924. Realizzato con Dudley Murphy il Ballet Mécanique di Léger è il primo film senza una vera sceneggiatura ed è considerato uno dei capolavori del cinema cubista e dadaista. È un caleidoscopio di immagini presentate con una colonna sonora energica. Una giovane donna in un giardino si dondola su un’altalena, un’altra sorride. Cilindri, pistoni, ingranaggi e turbine girano o sono in moto perpetuo. Dominato da immagini meccaniche e ripetitive, è una successione di oggetti quotidiani, personaggi e figure geometriche. Il film fu una delle prime opere concepite come “multimediale”, nel senso che era prevista durante l’esecuzione una performance musicale con pianole meccaniche e alcuni pianisti umani. Il risultato è una sorta di balletto dove le ripetizioni, i ralenti e le accelerazioni evidenziano alcuni soggetti che, per quanto privi di importanza nella vita comune, assumono un rilievo nuovo inconsueto. Gli oggetti in movimento creano una sorta di sinfonia, aiutati dall’originale musica d’avanguardia di George Antheil appositamente composta, con un ritmo continuamente spezzato. Affascinato dalle pubblicità e dalle vetrine dei negozi, Fernand Léger vedeva l’oggetto come il re assoluto di un’epoca segnata dalla meccanizzazione e dalla standardizzazione della produzione. Nel balletto, strumenti meccanici, tra cui pianoforti, eliche di aerei, campane elettriche, fruste metalliche, imbuti, pentole e coperchi di rame, prendono il posto dei ballerini.
Il Balai mécanique di Sorin
Le Balai mécanique di Sorin è un’installazione monumentale e immersiva del videoartista che dirotta il titolo del film di Léger con umorismo impertinente. La parola Balai (che in francese significa « scopa ») ha infatti lo stesso suono di Ballet. E al centro dell’immaginifica installazione di Sorin appare proprio una scopa che muovendosi meccanicamente, è presentata come strumento musicale principe nella creazione della sinfonia cui si è chiamati ad assistere. Il resto degli strumenti musicali sono li, nella penombra del coro, sapientemente illuminati e soprattutto ripresi in diretta: dischi, una chitarra le cui corde sono sollecitate meccanicamente, mazzi di chiavi percossi da pendoli. E poi le immagini. Alla melodia si uniscono infatti anche riflessi, luci ed ombre, quelle prodotte da una girandola mossa da un ventilatore, da bicchieri rotanti illuminati, da nastri colorati in movimento e da ologrammi evanescenti che si muovono al ritmo del balai. Il prodotto di queste riprese simultanee è proiettato sul grande schermo che riproduce il balletto meccanico di oggetti e ologrammi.
All’incrocio delle generazioni artistiche
Al di là della comune fascinazione per l’illusione del cinema delle origini, Pierrick Sorin e Fernand Léger danno entrambi una dimensione coreografica alla meccanica del mondo moderno. Essi condividono la stessa concezione della figura dell’artista, che non appare come un demiurgo, isolato dalle preoccupazioni della civiltà umana, ma come un artigiano, un modesto lavoratore dell’arte. Per tutta la durata della mostra, nell’auditorium del museo verrà proiettato il film Ballet mécanique di Fernand Léger, alternato al documentario La vie bien remplie de Pierrick Sorin, realizzato nel 2021 da Cyril Leuthy per France 3.
Il Festival OVNi: Pier on the Moon
L’installazione fa parte del Parcours Villes del Festival internazionale di videoarte OVNi. Nello stesso quadro Sorin sarà presente anche al Parcours Hôtel a Nizza. Dal 1º al 3 dicembre è possibile assistere all’Hotel Windsor il video Pier on the Moon. In risposta al tema cosmico del Festival OVNi 2023, Il sussurro delle stelle, Pierrick Sorin indosserà i panni dell’astronauta per proiettarsi nello spazio dall’intimità di una stanza dell’hotel. Come un Neil Armstrong impacciato in questo paesaggio lunare, cercherà di muoversi, sfidando le leggi dell’assenza di peso e destreggiandosi tra oggetti fluttuanti. Realizzata nel 2019, questa installazione poetico-burlesca di Pierrick Sorin consiste in una sequenza su un televisore d’epoca, che imita la qualità casuale dei film documentari storici, e in una proiezione monumentale che svela i trucchi di questo esercizio di giocoleria lunare. Il riferimento cinematografico è alla magia visiva del Voyage dans la lune di Georges Méliès.