Pier Paolo Calzolari
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Pier Paolo Calzolari al NMNM – Casa ideale

Fino al 7 aprile 2024 si può visitare al NMNM (Nouveau Musée National de Monaco) nella sede di Villa Paloma la mostra dedicata a Pier Paolo Calzolari, Casa Ideale.
Artista italiano nato nel 1943 e esponente dell’Arte Povera, Calzolari è noto per l’uso che fa nelle sue opere di materiali instabili come il ghiaccio, le piante, l’elettricità per creare installazioni che interpellano sui limiti dell’arte contemporanea e la definizione stessa di ciò che è un’opera d’arte.
L’esposizione presenta più di 30 opere dai primi lavori degli anni 60 alle sue creazioni più recenti. Il titolo Casa ideale è preso da un testo-manifesto scritto dall’artista nel 1968 e gioca sui codici dell’intimità che riflettono la dimensione esistenziale dell’artista.
L’ermetismo delle opere di Pier Paolo Calzolari è programmatico poiché intende ridefinire la poesia e la bellezza nelle arti plastiche. È un approccio che ha permesso all’artista di produrre incessantemente lungo decenni nuove immagini adattate alle esigenze della contemporaneità.



Gli spazi di Villa Paloma esaltano al massimo il lirismo di questo tipo di opere. La luce intensa, l’atmosfera essenziale che conserva un profumo antico, il percorso obbligato attraverso spazi conclusi che implicano un allestimento quasi teatrale di ogni gruppo di opere, rendono la visita un’esperienza estremamente poetica.

Pier Paolo Calzolari
Casa ideale

Casa ideale

Ma da dove viene il titolo, che trasforma tra l’altro la visita nell’antica residenza di Villa paloma in un invito ad entrare in spazi che diventano domestici?
Casa Ideale è il titolo di un’opera di Pier Paolo Calzolari esposta alla celebre esposizione del 1969 allo Stedelijk Museum di Amsterdam Op Losse Schroeven, considerata una delle manifestazioni alla base della nascita dell’arte contemporanea.
Il vocabolario impiegato è quello del manifesto: vorrei far sapere, posso affermare ecc. Ma la Casa ideale di Calzolari è ben lontana dalle utopie rigoriste degli architetti d’avanguardia: il suo manifesto è piuttosto una dichiarazione d’amore alla passione, al piacere, all’intelligenza dei sensi. Non c’entrano nulla quindi le “macchine da abitare” che amava Le Corbusier. La Casa ideale di Calzolari è un piccolo mondo popolato da opere d’arte, quelle degli amici di Calzolari coinvolti nell’Arte Povera. L’igloo di cui parla nel suo testo è sicuramente quello di Mario Merz, le scarpe in filo quelle di Marisa Merz, la palla di carta è la sfera di giornali compressi che Pistoletto aveva fatto rotolare per le strade di Torino. E poi ci sono le sue proprie.

Pier Paolo Calzolari
With usura

Il disordine dei pensieri quotidiani

La Casa ideale di Calzolari celebra tra le altre cose la felce, il canto dei grilli, le scritte in tre dimensioni, il feltro bianco, l’alchimia. Una lista eterogenea certo, ma non più dei pensieri che quotidianamente ci arrivano con il loro disordine.
Sono oggetti che troviamo anche nei locali di Villa Paloma. Non proprio le felci, ma ci sono le foglie di tabacco, i trifogli e le rose. Niente canti di grilli ma una lastra di piombo e sale su cui si legge “l’aria vibra del ronzio degli insetti”. Feltro bianco, ghiaccio e sale, elementi alchemici. E delle nature morte.  delle nature morte.

Il lago del cuore e il sale

Si chiama così l’opera del 1968 che occupa lo spazio centrale della prima sala. Piombo, foglia di tabacco e gallio sono i materiali.
Uno di quelli più rappresentativi dell’opera di Calzolari è il sale che in molte culture rappresenta purificazione e pulizia. Il sale ci conduce in modo molto naturale al bianco. Nella bella intervista proiettata in seno all’esposizione Calzolari racconta come la sua ricerca si sia indirizzata verso questo colore. E se il sale crea un color crema, il ghiaccio possiede quel grado di bianco tanto assoluto quanto difficile da conservare.

Pier Paolo Calzolari
Materassi

La parola

È presente disegnata attraverso dei tubi al neon, incisa nel sale o in altri materiali. Capovolta, dislocata, deformata, è sorgente primaria di poesia: suono, forma, suggestione. E ci porta direttamente ai nostri sogni: quando il sognatore muore che ne è del sogno?

Pier Paolo Calzolari
Quando il sognatore muore che ne è del sogno?

La poesia e l’astronomia

Nella Casa ideale di Calzolari troviamo qualcosa della poesia e dei misteri dell’astronomia che mettevano la terra al centro dell’universo. Tolomeo è una grande tavola di rame installata al centro di una stanza, refrigerata in modo che sui suoi bordi si formi uno stato di ghiaccio immacolato apparentemente immobile ma che cambia con il tempo. La geografia che si forma sulla sua superficie è il centro di un universo che ha sullo sfondo una falce di luna. Questa si staglia su un orizzonte che solo chi lo conosce bene riconosce come essere quello di Venezia, città in cui l’artista ha vissuto la sua adolescenza.

Tolomeo
Pier Paolo Calzolari
Luna

Bianco e nero

In un’altra stanza ci si trova di fronte a un grande pannello, assemblaggio di diversi tipi di legno bruciato (castagno, cedro del Libano, quercia, noce), omaggio a uno dei grandi predecessori di Calzolari, Alberto Burri, che fece spesso passare le sue opere alle fiamme. Costituisce anche un ritratto del nero, che fa da contraltare al bianco assoluto ricercato dall’artista e da lui trovato soltanto negli strati di brina ghiacciata. Assolutamente candida e effimera.

Pier Paolo Calzolari
Pier Paolo Calzolari

L’albero di Giuda

Al terzo piano la casa di Calzolari si definisce nei suoi locali e nell’arredamento: un pannello di metallo su cui si leggono le parole “specchio oro portrait” riflette l’immagine del visitatore circondata da fiori secchi dell’albero di Giuda.
C’è anche il letto, quello ideale inscritto nel sale e quelli su cui si stagliano frasi scolpite al neon che invitano a pensare.


La porta d’entrata

L’ideale porta d’entrata di questa casa è rappresentata dall’installazione con il porcellino meccanico, la cui genesi tra l’altro l’artista spiega nella videointervista. Un porcellino acquistato all’autogrill continua incessantemente a cozzare nell’intercapedine tra il muro e la porta, rappresentando la tragicità della vita.
Nell’opera di Calzolari ci si trova di fronte a un lessico in cui non manca nulla, salvo forse uno strumento per decodificarlo. Quello che ne risulta è un ordine strettamente poetico al quale ci si deve abbandonare senza cercare di rettificarlo, esattamente come ci si abbandona alla realtà alternativa dei sogni.